Adolescenti e mondo digitale: il rapporto di Telefono Azzurro

Oltre il 70% teme l’uso improprio dei loro contenuti social; timore anche per bullismo (57%) e oversharing di dati personali (54%). Il gaming, aiuto per le difficoltà psicologiche

 “Tra realtà e Metaverso. Adolescenti e genitori nel mondo digitale”: questo il tema del rapporto elaborato da Telefono Azzurro in collaborazione con Doxa Kids, presentato ieri, 6 febbraio, alla vigilia del Safer Internet Day che si celebra oggi. Una ricerca condotta su un campione di 804 genitori e 815 giovani tra i 12 e i 18 anni tra il 7 e l’11 novembre, che fotografa le percezioni di ragazzi e genitori sul rapporto con il mondo digitale, mettendo a tema anche situazioni problematiche quali gaming, salute mentale, condivisione dei dati e privacy. A fare da filo conduttore, la preoccupazione, condivisa da genitori e adolescenti, per gli effetti negativi di un’esposizione eccessiva agli schermi digitali che neanche i giovani utenti, nonostante l’utilizzo quotidiano dei device, sanno sempre come evitare, controllare o segnalare, avvertono dall’organizzazione.

Nel dettaglio, il 65% dei ragazzi intervistati teme di essere contattato da estranei adulti (percentuale che si innalza al 70% se si prendono in esame solamente le ragazze e i più piccoli, dai 12 ai 14 anni). Preoccupazione anche per bullismo (57%), oversharing di dati personali (54%), visione di contenuti violenti (53%) o sessualmente espliciti (45%),invio di contenuti di cui ci si potrebbe pentire (36%), spese eccessive (19%) e  gioco d’azzardo (14%). A quasi 1 ragazzo su 2 (48%, 53% nel caso di ragazzi 15-18 anni) è capitato di incappare in contenuti poco appropriati e nel 25% i contenuti apparsi li hanno turbati e impressionati. Nel 68% dei casi i contenuti più diffusi sono quelli violenti, seguiti immediatamente da quelli pornografici (59%) e sessualmente espliciti (59%), dai contenuti discriminatori e razzisti (48%), da quelli riguardanti il suicidio e l’autolesionismo (40%) o inneggianti l’anoressia e la bulimia (30%), ma anche il gioco d’azzardo (27%).  In ogni caso, nell’eventualità di eventi spiacevoli accaduti online, i genitori risultano essere un punto di riferimento per i figli: il 19% di loro riporta di averne accolto le confidenze in passato, mentre il 49% ritiene che i propri figli ne parlerebbero in famiglia, anche se per il momento non sono ancora avvenuti episodi di questo tipo.

Fra i 12-18enni intervistati, più di 70 su 100 hanno paura che i dati da loro stessi condivisi quotidianamente online (aggiornamenti sui canali social, ricerche e navigazione nel web, tracce di dati del proprio utilizzo di internet e degli smartphone) vengano utilizzati senza il loro consenso. Ancora, tra i risultati del report c’è l’importanza, tanto per i giovani utenti che per i loro genitori, dei sistemi di “age verification” (verifica dell’età) da parte di social network, app e siti web. Per il 70% degli adolescenti intervistati sono molto utili per non trovarsi in situazioni rischiose, per il 65% per fare in modo che non compiano azioni senza pensare alle possibili conseguenze e per il 61% per evitare che vedano contenuti inappropriati.

Un capitolo a parte riguarda il tema della salute mentale, su cui l’utilizzo sempre più pervasivo delle tecnologie digitali ha avuto un significativo impatto. Specie tra i giovanissimi. Basti pensare che il 27% dei giovani intervistati dichiara di sentirsi ansioso o agitato senza l’utilizzo dei social (29% in un range di età dai 15-18 anni e 26% dai 12-14) mentre il 22% si sentirebbe perso. Rispetto al 2018 si registra un +10%. Inoltre rispetto a quattro anni fa si dimezza la percentuale di ragazzi che sostengono che una lontananza dai social “non farebbe alcun effetto”. Per quanto riguarda i contenuti fruiti sui social, più di 1 ragazzo su 2 (53%) riferisce di aver provato sentimenti spiacevoli, come l’invidia per la vita degli altri (24%, soprattutto i 15- 18enni). Il 21% afferma che è capitato di sentirsi inadeguato, il 18% diverso, il 10% omologato. La restante parte prova solitudine (12%) o rabbia per le vite degli altri (9%).

Ultimo punto affrontato nel rapporto: il gaming. Il 35% degli intervistati, soprattutto maschi, lo ritiene utile nel creare un clima positivo di classe tra i compagni; il 27% lo considera un possibile strumento utile per l’insegnamento delle materie scolastiche e la stessa percentuale lo considera applicabile nella pratica sportiva. Un ragazzo su 4 suggerisce come il gaming possa essere utile nell’aiutare ad affrontare le difficoltà psicologiche e il 15% lo considera potenzialmente importante nell’ambito della salute mentale. Inoltre, il gaming ha una matrice relazionale: il 36% (45% nel caso dei maschi) dichiara di aver conosciuto persone nuove mentre giocava. Non mancano però, precisano da Telefono Azzurro, i lati negativi, come dimostrano i frequenti episodi di discriminazione ed esclusione. Basti pensare che l’11% dei giovani intervistati dice di aver preso le difese di qualcuno, l’11% ammette di aver preso in giro qualcuno, 1 adolescente su 10 riferisce di essere stato preso in giro, l’8% di essere stato escluso e il 6% di aver assistito a qualcosa che l’ha fatto sentire a disagio. Interrogati quindi su come si sentono quando giovano, il 32% degli intervistati dice di sentirsi capace e il 14% si sente capito dagli altri giocatori. Allo stesso tempo, secondo l’organizzazione, il gioco può fungere da schermo protettivo nei confronti del mondo, finendo per isolare il ragazzo o la ragazza: il 32% ammette di perdere la cognizione del tempo, il 13% teme di esserne dipendente, l’11% ha l’impressione di essere protetto dal mondo esterno e l’8% si sente isolato.

7 febbraio 2023