Siglata ieri, 14 febbraio, l’alleanza tra Policlinico universitario Campus Bio-Medico e Ospedale pediatrico Bambino Gesù per la cura degli adolescenti affetti da malattia cronica. “Transizione nella cura” è il nome del protocollo, firmato dalla presidente del Bambino Gesù Mariella Enoc, da Paolo Sormani, direttore generale Campus Bio-Medico, e da Raffaele Calabrò, rettore dell’Università Campus Bio-Medico. Oltre 15 su cento gli under 18 colpiti da malattia cronica, che prosegue poi nell’età adulta: oltre 260mila persone. Epilessia, pancreatite, cefalee, reflusso gastro esofageo, patologie infiammatorie intestinali ma anche artrosi, asma bronchiale, fibrosi cistica, cardiopatie, celiachia, nefropatie. Tanti i “nomi” di questo fenomeno, che riguarda non solo la presa in carico dal pediatra ai medici delle varie specialità ma anche gli aspetti psicologici nel rapporto medici-paziente e la relazione tra medici e genitori. Un fenomeno silenzioso ma pervasivo, che richiede sul territorio strutture sanitarie in grado di prendere in carico questo delicato passaggio.

Il progetto “Transizione nella cura” coinvolge in maniera trasversale i medici e il personale sanitario dei due ospedali e vede la collaborazione tra le varie équipe nelle discipline di Endoscopia digestiva operativa, Fisiatria, Gastroenterologia, Neurologia, Ortopedia, per estendersi in futuro a ulteriori specialità. Il protocollo firmato «colma un vuoto importante nell’offerta di salute a favore degli adolescenti nel passaggio delicato alla maggiore età e rappresenta una risposta organizzativa fondamentale a un problema contro il quale impattano le famiglie di ragazzi con patologie che li accompagneranno in alcuni casi per il resto della vita», ha spiegato Sormani. Solo nel 2018 i pazienti maggiorenni seguiti dal Bambino Gesù sono stati oltre 4mila; il 30% di loro ha già più di 30 anni. «Siamo felici di poter offrire ai nostri ragazzi e alle loro famiglie un percorso di accompagnamento e di cura che metta insieme le migliori competenze delle nostre due strutture sanitarie», ha aggiunto Enoc. Creando la possibilità per «guardare alla medicina e alla ricerca scientifica da un punto di vista diverso – ha osservato Calabrò -: quello dei più piccoli, che spesso soffrono quanto gli adulti».

15 febbraio 2019