Addio a Raffaella Carrà, regina della televisione

La popolare showgirl è morta in una clinica di Roma a 78 anni. L’annuncio di Japino: «È andata in un mondo migliore». Il cordoglio di Mattarella

Risata unica e contagiosa, caschetto biondo intramontabile, grinta da vendere. Premiata dagli ascolti in tutto quello che faceva. Detentrice di vari primati: prima showgirl del piccolo schermo in bianco e nero, prima donna a mostrare l’ombelico scoperto durante un varietà in prima serata, conduttrice del primo programma di mezzogiorno della Rai. Tutto questo era Raffaella Carrà, morta ieri, 5 luglio, in una clinica di Roma dove era ricoverata a causa di una malattia che aveva tenuto nascosta per non turbare il suo pubblico. Aveva da poco compiuto 78 anni. Nelle sue ultime volontà ha chiesto una semplice bara di legno grezzo e un’urna per contenere le sue ceneri.

Cantante, ballerina, presentatrice, attrice, è stata l’indiscussa regina della tv italiana molto amata anche all’estero, specie in Spagna e in America Latina. Dagli anni ’70 ha fatto ballare tre generazioni con le sue indimenticabili “Ma che musica maestro”, “Chissà se va”, “Tuca tuca”, “Rumore”, “Pedro”, “Ballo ballo”, per citare solo alcune delle sue hit più famose che le sono valsi 22 dischi d’oro e di platino.

È stato Sergio Japino ad annunciare la morte della “Raffa” nazionale con la quale aveva avuto una relazione lunga 17 anni tramutatasi in una profonda amicizia. «Raffaella ci ha lasciati – ha scritto il regista e autore televisivo -. È andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre». La notizia ha scosso tutti, a partire da Pippo Baudo il cui «grandissimo rimpianto» è quello di non essere «mai riuscito a fare un programma con lei, artista eccezionale e autodidatta straordinaria».

Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è detto «profondamente colpito dalla scomparsa di Raffaella Carrà, un’artista popolare, amata e apprezzata da diverse e numerose generazioni di telespettatori in Italia e all’estero. Volto televisivo per eccellenza, ha trasmesso – con la sua bravura e la sua simpatia – un messaggio di eleganza, gentilezza e ottimismo». Per il presidente del Consiglio Mario Draghi «ha avuto un ruolo decisivo nel diffondere la cultura dello spettacolo in Italia».

Nata a Bologna il 18 giugno 1943, Raffaella Maria Roberta Pelloni, questo il vero nome della Carrà, iniziò la sua carriera a soli 8 anni interpretando la piccola Graziella nel film “Tormento del passato” di Mario Bonnard. Recitò in altre pellicole, diretta tra gli altri da Mario Monicelli, ed ebbe come partner davanti alla macchina da presa anche Frank Sinatra e Domenico Modugno.

Ma il successo arrivò a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 prima con lo spettacolo “Io, Agata e tu” con Nino Taranto e Nino Ferrer e poi con “Canzonissima” accanto a Corrado dove balla la sigla d’apertura, “Ma che musica maestro”, lasciando l’ombelico nudo. È un successo ripetuto l’anno successivo con la nuova edizione di “Canzonissima” e il lancio di “Tuca tuca” di cui rimane indimenticabile l’esibizione con Alberto Sordi. La consacrazione definitiva arrivò nel 1974 con “Milleluci” presentato con Mina, che segnò anche l’ultima apparizione in pubblico della cantante.

Da qui Raffaella Carrà ha collezionato un successo dietro l’altro sia discografici, interpretando le canzoni scritte da Gianni Boncompagni, con il quale ha avuto una lunga relazione, sia televisivi. Dopo “Fantastico” fu la volta di “Pronto, Raffaella?” che dal 1983 al 1985 la portò nelle case degli italiani all’ora di pranzo e in tanti ricordano ancora il gioco in cui i telespettatori dovevano indovinare il numero esatto dei fagioli chiusi in un barattolo di vetro. E ancora i dati auditel la premiarono per “Carramba! Che sorpresa”, “Carramba! Che fortuna”, “Amore” dedicato alle adozioni a distanza. Raffaella Carrà non ha avuto figli ma ha contribuito a farne adottare 130mila.

6 luglio 2021