Addio a Pietro Ingrao

Deceduto a Roma il 27 settembre a 100 anni. Il sindaco Marino: «Uno dei padri della Repubblica, ha dedicato la vita alle istituzioni democratiche»

Deceduto a Roma domenica 27 settembre all’età di 100 anni. Il sindaco Marino: «Uno dei padri della Repubblica, ha dedicato la vita alle istituzioni democratiche»

Da tempo malato, si è spento nella Capitale ieri, domenica 27 settembre, Pietro Ingrao, storico dirigente del Partito comunista italiano e presidente della Camera dei deputati dal 1976 al 1979. Aveva compiuto 100 anni il 30 marzo scorso. Nato a Lenola, in provincia di Latina, nel 1915, era stato direttore dell’Unità dal 1947 al 1957 e parlamentare alla Camera dei deputati ininterrottamente dal 1950 e al 1992. Proprio a Montecitorio, nella Sala Aldo Moro, viene ospitata la camera ardente, lunedì 28 settembre, dalle 15 alle 20, e martedì 29 dalle 10 alle 20.

Politico, giornalista e partigiano, Ingrao è stato un esponente di spicco dell’ala sinistra del Partito comunista italiano. «Un leader importante nella nostra storia repubblicana», lo definisce in un messaggio di cordoglio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Non ha avuto paura di esplorare terreni nuovi, né di esprimere dissenso – aggiunge – anche quando questo lo ha esposto a sacrifici sul piano personale. Nel difendere il proprio punto di vista ha tuttavia sempre cercato di assumere una visione nazionale e di tenere vivo il confronto con gli altri. La sua passione resterà un patrimonio del Paese e la sua libertà interiore è un esempio per le giovani generazioni».

Parole di cordoglio arrivano anche dal sindaco di Roma Ignazio Marino, che parla di Ingrao come di «uno dei padri della nostra Repubblica», che «ha dedicato la sua vita alle istituzioni democratiche, con grande attenzione alla libertà e ai diritti delle persone». Ha attraversato il secolo scorso, continua, «da protagonista, scrivendo pagine importante della storia del nostro Paese». Con la scomparsa di Ingrao, gli fa eco il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, «perdiamo uno straordinario uomo delle istituzioni che ha lasciato il segno nella storia politica del nostro Paese». Per la sinistra italiana, «un punto di riferimento costante e uno stimolo a concentrare gli sforzi verso i più deboli e la parte meno tutelata della società». «A tutti noi – le parole del premier Matteo Renzi – mancherà la sua passione, la sua sobrietà, il suo sguardo, la sua inquietudine che ne hanno fatto uno dei testimoni più scomodi e lucidi del Novecento, della sinistra, del nostro Paese».

28 settembre 2015