Ad Haiti malnutrizione acuta per quasi la metà dei bambini

L’sos di Save the Children: a peggiorare la situazione, dopo il terremoto di 18 mesi fa, «la violenza, gli effetti dei cambiamenti climatici e l’aumento dell’inflazione»

«Vorrei che mia figlia crescesse, andasse a scuola e da grande diventasse qualcuno nella società». Jinette parla della sua piccola Alisha, 21 mesi, arrivata sottopeso a un centro nutrizionale gestito da Save the Children ad Haiti quando di mesi ne aveva 17. È stata sottoposta a screening e le è stato fornito cibo terapeutico, mentre Jinette ha partecipato a incontri su come nutrire e prendersi cura dei bambini. «Ho iniziato a nutrirla con il burro d’arachidi e ha iniziato a prendere peso – racconta -. È tornata a giocare e a correre».

Alisha è solo una delle tante bambini e bambine di Hati colpita da malnutrizione acuta: quasi il 50%. A lanciare l’allarme è Save the Children, che mette a fuoco una situazione peggiorata dopo il terremoto devastante di 18 mesi fa a motivo della violenza, degli effetti dei cambiamenti climatici e dell’aumento dell’inflazione. «La violenza delle bande armate, l’instabilità politica e la situazione di insicurezza hanno causato lo sfollamento di centinaia di migliaia di persone – spiegano dall’organizzazione -. La scarsa produzione agricola generata dagli effetti dei cambiamenti climatici e l’impennata dell’inflazione, che ha ridotto le importazioni dall’estero, hanno aggravato l’insicurezza alimentare per i bambini e le famiglie. Secondo le Nazioni Unite, 5,2 milioni di persone – quasi la metà dell’intera popolazione – hanno un disperato bisogno di aiuti umanitari. Senza un’azione urgente per fermare l’escalation di violenza e aumentare l’assistenza internazionale – aggiungono -, condizioni simili alla carestia potrebbero diventare la triste realtà per i bambini e le famiglie di tutto il Paese, che sta affrontando una delle peggiori crisi alimentari delle Americhe oltre che una grave emergenza umanitaria».

Stando ai dati dell’IPC (Integrated Food Security Phase Classification, Quadro integrato di classificazione della sicurezza alimentare), 5 milioni di persone (quasi la metà della popolazione, tra cui 1,9 milioni di bambini) sono classificate come gravemente insicure dal punto di vista alimentare. Di questi, quasi 2 milioni stanno affrontando una situazione di emergenza. E nelle crisi alimentari, i bambini sono i soggetti più vulnerabili, per i quali la malnutrizione può causare l’arresto della crescita, ostacolare lo sviluppo fisico e mentale, aumentare il rischio di contrarre malattie mortali fino a causare la morte. Gli ultimi dati del Programma alimentare mondiale mostrano che il 22% dei bambini di Haiti è cronicamente malnutrito, a motivo di episodi prolungati di alimentazione inadeguata. Oltre alla carenza di cibo, le comunità faticano ad accedere a servizi di base come acqua, assistenza sanitaria, istruzione, carburante, telecomunicazioni ed elettricità. Secondo le Nazioni Unite, sei mesi fa è stata dichiarata un’epidemia di colera in nove dei 10 dipartimenti di Haiti, dopo tre anni in cui non era stato registrato alcun caso nel Paese.

Gli sforzi di ricostruzione dopo il terremoto di magnitudo 7,2 che 18 mesi fa ha colpito il Paese – proprio quando la violenza ha iniziato a dilagare in tutta Haiti – sono stati lenti, causando e, allo stesso tempo, aggravando il ciclo mortale della crisi umanitaria. Nel sud del Paese, circa 2.500 persone sono ancora sfollate a causa del sisma e gli sforzi per ricostruire le 1.250 scuole distrutte sono stati ostacolati da difficoltà logistiche dovute alla crescente insicurezza. Secondo le Nazioni Unite, il Paese avrebbe bisogno di 715 milioni di dollari di fondi umanitari.

Nelle parole di Chantal Sylvie Imbeault, direttrice di Save the Children ad Haiti, «le bambine e i bambini di Haiti sono intrappolati in un ciclo mortale di violenza, povertà e fame, in cui ogni problema si interseca con gli altri e genera una policrisi senza precedenti. Metà della popolazione lotta per la sopravvivenza – prosegue -. I genitori si svegliano ogni giorno senza sapere se e come riusciranno a sfamare i propri figli. La violenza terrorizza le famiglie e impedisce loro di accedere a quei pochi servizi di base rimasti. La resilienza del popolo haitiano di fronte a questa emergenza umanitaria è incredibilmente toccante, è inconcepibile che debbano affrontare tutto questo. Stiamo facendo il possibile per rispondere a questa crisi – assicura -, ma abbiamo urgente bisogno che la comunità internazionale rivolga la sua attenzione ad Haiti con un’iniezione immediata di fondi salvavita. Abbiamo anche bisogno di una fine immediata della violenza che sta uccidendo persone innocenti e aggravando la situazione di vulnerabilità dei bambini, degli adolescenti e delle loro famiglie».

L’organizzazione internazionale è presente nel Paese dal 1978, lavorando per garantire protezione, istruzione, salute, acqua, servizi igienici, sicurezza alimentare e mezzi di sussistenza, aiuti umanitari per i bambini e le loro famiglie. In particolare, opera nelle comunità urbane e rurali dei dipartimenti di Artibonite, Sud, Grand’Anse e Ovest, compresa l’area metropolitana di Port-au-Prince, e sta iniziando a operare anche nel Grande Nord. L’attuale programmazione umanitaria, riferiscono, si concentra sulla ripresa dal terremoto del 2021 e sulla risposta alla crisi alimentare, alla recente epidemia di colera e alla violenza a Port-au-Prince.

13 aprile 2023