«Ad Aleppo muore l’Umanità. Credevamo fermamente che dopo Sarajevo non avremmo mai più assistito all’eliminazione sistematica della popolazione di una città. È vergognoso l’assoluto silenzio dei leader politici mondiali ed europei nell’esprimere il proprio dissenso e nel non decidere azioni che possano fattivamente fermare questa ultima tragedia che colpisce e annienta il popolo siriano». Il presidente Focsiv Gianfranco Cattai non usa mezzi termini per descrivere la situazione in Siria. «Sta alla nostra voce, quella della società civile – aggiunge -, gridare che sia fermato questo genocidio compiuto per l’ennesima volta in nome di un interesse superiore: l’economia, le scelte finanziarie, il denaro». In quella «globalizzazione dell’indifferenza», prosegue prendendo a prestito le parole di Papa Francesco, che «non ci fa vedere l’altro come un fratello, componente di diritto dell’Umanità».

Anche per questo motivo Focsiv è tra i promotori della campagna “Humanity. Esseri umani con gli esseri umani” per il Medio Oriente, promossa con 6 soci: Associazione Francesco Realmonte, Celim Milano, Engim Internazionale, Fondazione Internazionale Buon Pastore, Fondazione Marista per la Solidarietà Internazionale, Associazione Punto Missione. Sullo sfondo, il messaggio di pace per la Siria lanciato da Papa Francesco a luglio 2016 in occasione della campagna di Caritas internationalis “Syria: Peace is possible”. La campagna infatti si unisce agli sforzi già presenti nell’area mediorientale per promuovere attivamente la risoluzione del conflitto armato, per instaurare un dialogo inclusivo e basato sul rispetto della dignità umana e per sostenere i Paesi e le persone colpite dal dramma della guerra, in particolare gli sfollati, i rifugiati, le minoranze e le comunità ospitanti dei Paesi limitrofi.

Concretamente, il consorzio di cui fa parte Focsiv supporta migliaia di persone in fuga dalla guerra siriana e irachena in terra curda, libanese, giordana e turca; si pone a fianco alla gente intrappolata in alcune città siriane e irachene assediate; accoglie i tanti profughi nei campi del Kurdistan iracheno lontani dalle aree controllate dal Califfato e dall’Isis. Ancora, tra gli obiettivi della campagna ci sono anche l’educazione e la formazione professionale, lo sviluppo agricolo, il benessere sanitario e psicologico, l’attenzione alla disabilità e alle necessità e bisogni di tanti uomini e donne del Medio Oriente travolti da questi tragici anni.

20 dicembre 2016