Acs in Burkina Faso contro il terrorismo islamico

Il progetto a sostegno dei coordinatori pastorali accolti nella diocesi di Dori, che ha già subito due attacchi nei quali sono state uccise 30 persone

La totale e coattiva islamizzazione dell’area. Questo l’obiettivo degli attacchi terroristici che da diversi anni colpiscono la regione del Sahel, in Burkina Faso. Particolarmente minacciata Dori, capitale dipartimentale e sede della diocesi, presente in un’area a schiacciante maggioranza islamica, dove i cristiani, cattolici e protestanti, rappresentano solo l’1,8%. La parte orientale della diocesi ha recentemente subito due drammatici attacchi: il primo il 10 febbraio e il secondo sei giorni dopo. Il bilancio complessivo: 30 persone massacrate, fra le quali il laico catechista Philippe Yarga e 4 dei suoi 7 bambini.

In questo contesto «socialmente lacerato», spiegano dalla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre, è «particolarmente rilevante» la figura dei laici catechisti che, oltre alla formazione religiosa, assicurano cibo e medicine, insegnamento scolastico di base e sostegno psicologico ai nuclei familiari più vulnerabili. «Ordinariamente impegnati in aree difficilmente raggiungibili dai sacerdoti, sono divenuti proprio per questo obiettivi dei terroristi islamici». Diciotto di questi coordinatori pastorali, insieme alle famiglie, sono stati costretti alla fuga dalla loro parrocchia di Sebba e sono stati accolti a Dori.

Per la diocesi, riferisce ad Acs il vescovo Laurent Dabiré, «è una autentica sfida», dato che si tratta di una realtà «finanziariamente devastata e pesantemente colpita dagli attacchi terroristici a partire dal 2015». Dopo aver accolto i catechisti e le loro famiglie infatti ora è necessario «garantire che abbiamo un minimo per vivere dignitosamente per il tempo della loro permanenza a Dori», aggiunge. Per sostenere la loro accoglienza, la fondazione pontificia ha approvato un progetto dedicato: un finanziamento del valore di 30mila euro che permetterà loro di ricevere assistenza sanitaria, sostegno psicologico, cibo e istruzione scolastica per i minori. Consentirà inoltre di istituire un fondo per le famiglie, affinché possano in prospettiva autosostenersi con iniziative produttive di reddito, come ad esempio l’allevamento e l’orticoltura.

In considerazione della crescente minaccia terroristica islamista degli ultimi cinque anni in Burkina Faso, Aiuto alla Chiesa che soffre ha deciso di finanziare anche altri sette progetti, per un totale di 100mila euro. Riguardano la formazione di 83 futuri sacerdoti delle diocesi di Dori, Kaya, Fada N’Gourma e Tenkodogo; sostegni per 10 religiose di Dori; un’iniziativa pastorale a livello nazionale attraverso lo strumento radiofonico, a beneficio dei numerosi sfollati interni delle regioni minacciate.

15 maggio 2020