Acs, due iniziative a sostegno dei cristiani di Siria e Nigeria

La raccolta fondi natalizia per portare aiuti d’emergenza alle famiglie di Aleppo e finanziare la costruzione di un Centro per le donne a Maiduguri

Dedicata ai cristiani di Siria e Nigeria la campagna natalizia di solidarietà della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs). A rivolgersi ai benefattori della fondazione sono stati i presuli delle due comunità, schiacciate tra persecuzione e conflitti armati: l’arcivescovo maronita di Aleppo Joseph Tobji e il vescovo di Maiduguri Oliver Dashe Doeme, che si sono fatti portavoce di due nazioni, scrivono, «duramente flagellate e gravemente umiliate». La Siria, commenta Tobji, «ha riempito per anni i titoli dei telegiornali internazionali. Ora che il conflitto armato si è ridotto restano solo le macerie, umane e materiali», e «si è fortificata la guerra “economica” per mezzo delle sanzioni che opprimono la popolazione intera, mentre l’attenzione dei media inesorabilmente si riduce». Questo, prosegue l’arcivescovo, «aumenta la sofferenza della stessa popolazione, anzitutto quella della piccola minoranza cristiana. Ad Aleppo, in particolare, migliaia di famiglie sono allo stremo e la Chiesa locale ha deciso di lanciare il proprio grido di aiuto». Grido che Acs ha deciso di raccogliere, varando una raccolta fondi per finanziare un progetto attraverso il quale 6.190 famiglie cristiane aleppine riceveranno aiuti di emergenza, anzitutto cibo e farmaci.

A parlare per la Nigeria è il vescovo Oliver Dashe Doeme, che racconta delle violenze ai danni dei cristiani perpetrate dalla formazione terroristica Boko Haram, accanto alle quali «si intensificano quelle degli estremisti islamici presenti tra i mandriani di etnia fulani. Le istituzioni – riferisce – non garantiscono la pubblica sicurezza e chi ne fa le spese sono i membri delle comunità più pacifiche e vulnerabili, anzitutto le donne e i bambini». Maiduguri è la diocesi più estesa della Nigeria. Qui il vescovo, consapevole del dolore individuale e sociale causato dalla diffusa violenza, ha voluto una adeguata formazione dei sacerdoti per il sostegno dei fedeli traumatizzati, soprattutto delle circa 8mila vedove e degli oltre 17mila orfani. Anche in questo caso, con la raccolta fondi natalizia Acs intende finanziare la costruzione di un Centro che consenta alle tante donne vittime di soprusi e violenze e alle innumerevoli vedove di essere adeguatamente assistite da un team di esperti. L’obiettivo finale è porre tutte loro nella condizione di costruire autonomamente il futuro proprio e quello degli orfani, grazie anche alle competenze lavorative che acquisiranno nella struttura. Il Centro, con sede nella città di Maiduguri, consentirà di seguire 150 donne all’anno.

«In entrambe le nazioni – osservano i due prelati – alle conseguenze del conflitto, della persecuzione e della povertà si è ora aggiunto il flagello della pandemia. Il coronavirus suscita legittimi timori in nazioni con servizi sanitari avanzati ma cosa si deve temere in Paesi con sistemi sanitari devastati o gravemente precari?», concludono. Di qui l’appello di Aiuto alla Chiesa che soffre alla generosità dei donatori italiani, nella consapevolezza che «la carità cristiana non è soggetta ad alcun lockdown».

19 novembre 2020