Acs accanto gli sfollati del Sahel

Intensificati gli aiuti della fondazione pontificia, in particolare al Burkina Faso, per le persone fuggite a motivo del terrorismo. Cristiani, ma non solo

Burkina Faso, Ciad, Niger, Mali. La regione africana del Sahel è attualmente uno dei principali punti critici del mondo. «Gli estremisti islamici operano terrorizzando e affamando la popolazione, mentre le autorità civili sembrano aver perso il controllo di gran parte della regione – riferiscono dalla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) -. Dopo dieci anni di presenza militare, le forze occidentali si ritirano progressivamente a causa della loro incapacità di risolvere il problema, lasciandosi alle spalle centinaia di migliaia di sfollati interni in cerca di una nuova casa, fame e rovine».

In questo contesto, tra la distruzione e la chiusura forzata di diverse strutture ecclesiastiche come ospedali e scuole, la Chiesa locale resta l’unico baluardo a tutela delle tante persone improvvisamente diventate indigenti. Proprio per questo Acs ha scelto di intensificare i suoi aiuti in particolare al Burkina Faso. Forniture alimentari e medicinali d’emergenza: questi i materiali forniti, la gran parte dei quali va a beneficio dei cristiani fuggiti dal terrorismo. Non solo: attraverso la costruzione di aule e il sostenimento delle spese scolastiche si cerca anche di consentire ai figli delle famiglie sfollate di continuare il loro percorso formativo.

Solo a Débé alla fine dello scorso anno più di 340 cristiani hanno ricevuto un ultimatum dai terroristi affinché lasciassero il loro villaggio. Oltre a tutti loro, a ricevere gli aiuti di emergenza sono anche le 60 famiglie che hanno accolto le vittime nonostante la loro povertà. «È davvero angosciante vedere gli sfollati interni con tutti i loro beni vagare per le strade alla ricerca di un posto dove stare – afferma il vescovo di Dédougou Prosper Bonaventure Ky -. Nella mia diocesi ce ne sono centinaia di migliaia. La maggior parte sono donne e bambini».

Sfollato dagli jihadisti, insieme a più di 900 cristiani, anche padre Etienne Sawadogo, parroco di Rollo, nel nord del Burkina Faso, che  sottolinea l’importanza degli aiuti d’emergenza sotto forma di cibo e medicinali: «Come possono le persone vivere una vita cristiana quando sono costantemente affamate?».

In una situazione estremamente precaria che coinvolge tutto il Paese – e che dal 2015 peggiora di anno in anno per le violenze degli estremisti -, la Chiesa del Burkina Faso è viva e ha molte vocazioni. Basti pensare che nella diocesi di Koupela, che si trova in una regione dove gli scontri tra forze di sicurezza e terroristi sono all’ordine del giorno, il seminario sta attualmente formando 67 giovani candidati. Poiché molte famiglie non sono più in grado di contribuire economicamente alla formazione dei propri figli, Acs sostiene i seminaristi pagando le spese di studio e di viaggio, nonché le spese mediche.

La fondazione cerca anche di rafforzare la fede e la speranza dei tanti sfollati. «Vogliamo aiutare i cristiani di Rollo, i quali hanno perso tutto, a interpretare gli eventi e i segni dei tempi alla luce delle Scritture», spiega padre Sawadogo. Il lavoro pastorale è sostenuto da una serie di iniziative, tra cui la fornitura di Bibbie, per dare alle persone una comprensione più profonda della propria fede e promuovere una vita di preghiera.

Molti nel Paese anche i musulmani convertiti al cristianesimo, nonostante la persecuzione. La Chiesa locale desidera aiutare soprattutto questi credenti a conoscere meglio la loro fede e a crescere in essa. «Non basta che i convertiti ricevano il battesimo e la santa comunione – afferma il ministro diocesano della Gioventù Romuald Fuambu Nsanyi -, è nostro compito aiutarli a crescere e a diventare buoni cristiani».

Nella diocesi di Kaya, sempre nel nord del Paese, Acs sta finanziando la costruzione di un centro pastorale diocesano per garantire il benessere spirituale sia dei soldati che proteggono la popolazione, sia dei giovani e degli studenti. Complessivamente, nel 2023 ha sostenuto 56 progetti in Burkina Faso con più di un milione di euro di fondi. Oltre a ciò, in Ciad, Mali e Niger, ACS ha fornito un aiuto totale per quasi un milione di euro in aiuti di emergenza, offerte per le Messe, formazione dei seminaristi, auto e moto per l’attività pastorale di sacerdoti e religiose.

9 febbraio 2024