“Across the border”, Springsteen canta la speranza dei migranti

La carovana che dall’Honduras punta agli Usa e il pensiero al racconto del viaggio “oltre il confine” proposto dal “Boss”

«Non siamo criminali, siamo disperati. Non vogliamo dare fastidio. Vogliamo solo passare». Migliaia tra uomini, donne, bambini avanzano inesorabili. Quando sono partiti il 13 ottobre da San Pedro Sula, nel nord dell’Honduras, erano poco più di mille. Chilometro dopo chilometro, nuovi profughi, di varie nazionalità centroamericane, si sono aggiunti alla “Carovana”, organizzata via social. Mentre scriviamo, sono diventati settemila. Forse il numero crescerà e niente sembra fermarli, neanche l’esercito messicano, mentre per il presidente Usa Trump rappresentano una «emergenza nazionale». Il loro obiettivo è tentare l’ingresso negli Stati Uniti e chiedere asilo. Con la speranza nel cuore di una vita migliore.

L’immagine di questi uomini, donne e bambini in cammino per centinaia e centinaia di chilometri – icona quasi di un nuovo esodo biblico verso una terra promessa – a qualcuno ha fatto venire alla mente il paragone con Forrest Gump, anche per il numero delle persone che via via si è aggiunto alla Carovana, come accade al protagonista del film di Zemeckis interpretato da uno straordinario Tom Hanks. C’è ovviamente una grande differenza sulle motivazioni tra il cammino deciso dei migranti della Carovana e la corsa di Gump. A me piace pensare tuttavia alla speranza che li anima. Penso a quanto Hanks-Gump possa dire al figlio che la vita è bella, nonostante tutto, e che vale la pena viverla e non mollare, guardare al futuro anche con i dolori che la vita ha portato con sé. Penso al dramma dei settemila della Carovana e al loro sogno di una vita migliore, di lasciare la miseria in cui hanno vissuto finora. «Ormai il più è fatto – dicono -, Dio ci aiuterà».

C’è un cantore della Terra Promessa, della disperazione, delle speranze e delle disillusioni, del “sogno americano” ormai in pezzi, che ai migranti e alle loro storie ha dedicato molte canzoni: Bruce Springsteen, “The Boss”. Ce n’è una che non parla di carovane ma racconta ugualmente di un viaggio disperato e di una speranza nel cuore. “Across the border”, “Oltre il confine”, contenuta nell’album “The ghost of Tom Joad” (1995). Un album dal forte carattere folk (nel 1997 vinse il Grammy come il miglior album folk) intitolato al protagonista del romanzo “Furore” di John Steinbeck (1939) – che grandi tracce ha lasciato nella letteratura e nella musica made in Usa – e dell’omonimo film diretto da John Ford. E fu proprio questo ad ispirare Springsteen.

«Stanotte le mie valigie sono pronte / domani camminerò su queste strade / che mi porteranno oltre il confine / Mia cara, ci lasceremo indietro / tutta la sofferenza e la tristezza / che abbiamo trovato qui / e berremo dalle acque fangose del Rio Bravo / Ci incontreremo dall’altra parte / dove il cielo diventa grigio e bianco / laggiù oltre il confine». C’è il fango del Rio Bravo (o Rio Grande) che, dalla città di El Paso alla foce nel Golfo del Messico, segna dal 1845 il confine tra gli Stati Uniti e il Messico, la sofferenza e la tristezza, comuni a tutti i migranti.

Poi, le luci della speranza, con immagini che parlano da sole. «Per te costruirò una casa / su di una collina erbosa / da qualche parte oltre il confine / dove la sofferenza ed i ricordi sono stati fermati / laggiù oltre il confine / E dolci profumi di alberi in fiore riempiono l’aria / pascoli verdi e oro / scendono nelle fredde e chiare acque / E nelle tue braccia sotto cieli aperti / scaccerò con un bacio la tristezza dai tuoi occhi / laggiù oltre il confine». Colline erbose, alberi in fiore, pascoli verdi, cieli aperti.

«Possano i santi benedetti / portarmi salvo tra le tue braccia / laggiù oltre il confine / Che cosa saremmo / senza la speranza che un giorno / potremo bere dalle acque benedette dal Signore / e mangiare i frutti della vite / Sono sicuro che amore e buona sorte / saranno dalla mia parte / da qualche parte oltre il confine». Immagini – i “santi benedetti”, “le acque benedette” così come i “frutti della vite” – fortemente intrise nelle radici bibliche di Springsteen e della sua musica.

 

23 ottobre 2018