Acli: l’Italia ratifichi il Tratto di messa al bando delle armi nucleari

L’appello rilanciato dall’associazione, nel secondo anniversario dell’entrata in vigore. «Imperativo morale e civile per inibire il ricorso alla guerra e ridare forza all’Onu»

A due anni dall’entrata in vigore del Tratto di messa al bando delle armi nucleari, ieri, 22 gennaio, le Acli rinnovano all’Italia l’invito a ratificarlo. Insieme a quasi 50 associazioni del mondo cattolico e dei movimenti ecumenici e non violenti su base spirituale, a fianco della campagna Italia Ripensaci, ricordano e rilanciano l’appello fatto alla vigilia della grande manifestazione per la pace del 5 novembre scorso affinché il nostro Paese ratifichi il Trattato reso possibile grazie alla campagna Ican (International campaign against nuclear weapons), premiata con il Nobel per la pace.

«Non aver proseguito con determinazione, dopo la caduta del Muro di Berlino, a eliminare gli ordigni nucleari, mentre aumentava la corsa agli armamenti, ha moltiplicato i conflitti e ha reso il mondo ostaggio dell’incubo atomico, di una guerra mondiale a pezzi dove si mescolano e proliferano eserciti mercenari, traffici di esseri umani e di droga, oligarchie e mafie, nonché l’intollerabile sviluppo del business delle armi – si legge nella nota diffusa dalle Acli -. Chiediamoci seriamente se la criminale invasione russa dell’Ucraina si sarebbe compiuta senza la possibilità di minaccia nucleare».

Il trattato, nell’analisi offerta dall’associazione, «è un imperativo morale e civile per inibire il ricorso alla guerra, per fermare  l’economia bellica e favorire un processo che ridia forza alle Nazioni Unite nel tornare a essere efficaci nella risoluzione dei conflitti e nel promuovere una tregua e una trattativa giusta e risolutiva in Ucraina».

23 gennaio 2023