Acli: «L’Europa chiede misure contro la povertà, il governo cosa vuole fare?»

Il presidente nazionale Emiliano Manfredonia dopo le dichiarazioni del commissario Ue al Lavoro Shmit: «Serve un salario minimo e una nuovo strumento di contrasto»

Il commissario europeo al Lavoro Nicolas Schmit lo ha dichiarato in un’intervista rilasciata a La Stampa: in Italia la questione del salario minimo «si pone» perché è vero che c’è un elevato livello di contrattazione collettiva ma è vero anche ci ci sono settori interi «con stipendi molto bassi». E l’obiettivo della direttiva è proprio quello di «assicurare salari decenti e adeguati al costo della vita». Anche per frenare «la fuga dei giovani che hanno deciso di lasciare il Paese», oltre che per incentivare a uscire dal sommerso.

«Serve un Salario minimo e una nuova misura di contrasto alla povertà: se il governo Meloni non vuole ascoltare la società civile e le altre forze politiche, che almeno dia retta all’Europa», ha commentato in una nota il presidente nazionale delle Acli Emiliano Manfredonia, riferendosi proprio alle dichiarazioni di Schmit. E l’Europa, ha aggiunto il vicepresidente Stefano Tassinari, «impone di introdurre il salario minimo. Si può scegliere se per legge o in altro modo, ma va fatto, meglio se varando quell’ Indice nazionale di misurazione dell’esistenza libera e dignitosa, cioè la soglia minima che la Costituzione chiede a ogni reddito da lavoro di garantire, sotto la quale possano essere invalidati tutti i contratti collettivi che prevedono retribuzioni minori».

Il punto, insomma, è il contrasto alla povertà. «L’Europa – conclude Manfredonia – chiede che tutti i Paesi abbiano una forma di reddito minimo per le famiglie in povertà assoluta e che non escluda nessuno. Il governo cosa vuole fare?».

14 novembre 2023