Acli: la politica ascolti l’appello del Papa sul lavoro

L’associazione raccoglie le parole pronunciate nell’udienza alla Cgil, con l’esortazione a «essere voce di chi non ha voce», rinnovando la gratitudine per il suo ministero

Le Acli riprendono le parole pronunciate da Francesco nella prima udienza, in Vaticano, ai delegati della Cgil, sul tema del lavoro. Il Papa, sottolineano, ha ricordato in primo luogo che «”non c’è sindacato senza lavoratori e non ci sono liberi lavoratori senza sindacato”: può sembrare un’ovvietà, ma è un dato di fatto che non vi è alcun tipo di libertà nel lavoro se non c’è la possibilità per i lavoratori di associarsi liberamente per difendere i propri interessi. E tutte le associazioni di lavoratori, non solo i sindacati propriamente detti, ma anche le associazioni come le Acli, non possono dirsi tali se perdono di vista i bisogni dei lavoratori intesi come donne ed uomini concreti».

Il presupposto, rilevano, sta proprio in quanto ribadito dal pontefice: «”Il lavoro costruisce la società”, ne è l’aspetto centrale, la plasma, la rende feconda, poiché è l’espressione dell’intelligenza, della passione, della fatica di esseri umani fatti di carne ed ossa, che vanno tutelati contro i rischi che derivano dal lavoro stesso, a partire dagli infortuni, come da tutte le altre  minacce contro la loro dignità, che è la parola intorno a cui ruota tutto l’insieme delle situazioni che oggi concernono il lavoratore, la sua giusta retribuzione, la possibilità di non essere sfruttato, il rispetto della distinzione fra tempo del lavoro e tempo di vita, la lotta contro ogni forma di discriminazione e di abuso».

Di qui l’impegno a raccogliere «l’appello del Papa agli amici e compagni della CGIL e di tutte le Confederazioni sindacali di essere “voce di chi non ha voce”», insieme alla gratitudine «per il suo instancabile ministero volto alla promozione della giustizia e della pace in uno spirito autenticamente evangelico».

20 dicembre 2022