Accordo Ue contro la violenza sulle donne

«Profondamente deludente». Eve Geddie, direttrice dell’ufficio di Amnesty International presso le istituzioni europee, sceglie queste parole per definire l’accordo politico raggiunto da Parlamento e Consiglio dell’Unione europea per contrastare la violenza sulle donne e la violenza domestica. «È molto meno di quel passo avanti di dimensione storica nel contrasto alla violenza di genere per cui ci siamo battuti a lungo», afferma.

Geddie riconosce gli «elementi positivi» contenuti nella direttiva, ma osserva che «molte eccellenti proposte della Commissione e del Parlamento avrebbero potuto dar luogo a misure forti e vincolanti ma sono state respinte dagli Stati membri senza che ve ne fosse alcun bisogno: ad esempio, una definizione di stupro basata sul consenso, bloccata tra gli altri da Francia e Germania, e l’obbligo di garantire percorsi sicuri di denuncia per le donne in condizione di irregolarità».

Ancora: «Apprezziamo il riconoscimento della discriminazione intersezionale ma l’omissione, nell’articolo 35, di gruppi che rischiano più di altri di subire violenza di genere, come le donne Lgbtqia+, le donne in condizione di irregolarità e le donne che svolgono lavoro sessuale, è clamorosa. Ricordiamo ai governi che questa direttiva istituisce unicamente una serie di standard minimi – conclude la referente di Amnesty presso le istituzioni europee  -. Chiediamo agli Stati membri di darsi, nella sua attuazione, obiettivi molto più ambiziosi».

7 febbraio 2024