Accordo Israele – Hamas, Di Segni: «Siamo commossi»

La presidente Ucei dà voce alla speranza che si possa «riprendere una vita senza l’ombra di un nuovo 7 ottobre». L’appello: «Cessare anche il fuoco della distorsione e dell’odio antisemita»

La presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei) Noemi Di Segni è intervenuta a caldo ieri, 15 gennaio, sulla notizia dell’accordo raggiunto tra Israele e Hamas, che entrerà in vigore da domenica 19 gennaio. «Dopo oltre 15 mesi logoranti – ha detto -, siamo commossi per la notizia di un accordo che prevede anzitutto il ritorno degli ostaggi alle loro famiglie, che recupereranno ossigeno e noi, con tutti loro, la speranza di riprendere una vita senza l’ombra di un nuovo 7 ottobre». Quindi ha subito aggiunto: «Ben comprendiamo che è un accordo moralmente lacerante e non facile affatto».

Per Di Segni, «la speranza che accompagna questa commozione è per l’avvio di un piano con alleanze che consentano di porre nuove basi per la stabilità dell’intera area mediorientale. In questi drammatici mesi in cui Israele è stata attaccata da più fronti – ha ricordato – non solo militarmente, ma anche da una terribile propaganda di distorsione mediatica, fatta di accuse infondate da parte delle principali organizzazioni internazionali e di decisioni della Corte internazionale di giustizia, il contesto geopolitico risulta travolto e cambiato». La Pace, ha evidenziato, «è una parola immensa ed è sempre nel nostro orizzonte; ed è evidente che la vera pace per il popolo palestinese dipende anzitutto dalla sua leadership. Qui nelle nostre comunità e città europee l’imperativo è la lucidità, dettata da un prudente equilibrio: basta a slogan unilaterali che invitano a eliminare Israele, basta a bandiere di un colore solo affisse su balconi anche istituzionali».

In conclusione, l’appello «a cessare anche il fuoco della distorsione e dell’odio antisemita, a dismettere l’uso di parole come genocidio e crimini di guerra per situazioni assai differenti: parole di cui l’imperativo della Memoria impone di non abusare. Le fondamenta delle nostre fedi – ha concluso Di Segni – devono essere vissute nella comunanza dei valori universali e non nel grido al massacro e al disconoscimento dell’altro».

16 gennaio 2025