Vallini: «Una svolta pastorale per accompagnare le famiglie»

Gli orientamenti per il nuovo anno indicati dal cardinale vicario nell’incontro con il clero a San Giovanni in Laterano. La vicinanza alle persone segnate «dall’amore ferito e smarrito»

Gli orientamenti per il nuovo anno indicati dal cardinale vicario nell’incontro con il clero a San Giovanni in Laterano. La vicinanza alle persone segnate «dall’amore ferito e smarrito» 

Di fronte alle trasformazioni epocali in atto nell’Occidente e alla crisi di valori che investe la famiglia, serve una «svolta pastorale». Fatta di accoglienza, accompagnamento, discernimento e integrazione, secondo le indicazioni di Papa Francesco. Soprattutto verso le persone segnate «dall’amore ferito e smarrito». Il cardinale Agostino Vallini, vicario di Roma, lo chiede ai sacerdoti della diocesi convenuti nella basilica di San Giovanni in Laterano nella giornata conclusiva del Convegno diocesano.

L’appuntamento della mattina di lunedì 19 settembre – che precede quello della serata, sempre in basilica, con gli operatori pastorali laici – è l’atto finale del cammino iniziato nel giugno scorso con l’intervento del Papa in apertura del Convegno e con i laboratori nelle prefetture.

Il cardinale, delineando gli orientamenti pastorali (testo integrale dal 20 settembre su www.romasette.it), indica un obiettivo chiaro: rivitalizzare «una pastorale specificamente orientata alle famiglie», nel solco della Amoris laetitia di Papa Francesco, bussola per il cammino del nuovo anno. Rafforzando ad esempio l’itinerario di preparazione al matrimonio, conferendogli una durata biennale a livello di prefettura, e sostenendo l’educazione affettiva dei ragazzi con educatori competenti e credibili.

Ma è sulle persone segnate dall’«amore ferito» che si concentra la parte centrale della relazione del cardinale ai sacerdoti, da coloro che hanno contratto matrimonio civile ai conviventi ai divorziati risposati legati da un precedente vincolo sacramentale. Per questi ultimi, il primo passo è un servizio di informazione per la verifica della validità del matrimonio. E qui si innesta la novità del “Tribunale in uscita”, con l’annuncio della presenza di un servizio periodico del Tribunale diocesano nelle prefetture per l’ascolto di queste situazioni.

«Quando la via processuale non è percorribile – sottolinea il vicario di Roma – è necessario sviluppare un’azione pastorale che preveda un lungo accompagnamento, nella linea del principio morale del “primato della persona sulla legge”». Casi difficili, ammette il cardinale, «uno diverso dall’altro, cui avvicinarsi con carità e rispetto», nella linea della «gradualità». Tappe di crescita per far maturare nel tempo «la consapevolezza di un bene maggiore». Importantissimo, in questo contesto, il compito del sacerdote, per un «responsabile discernimento personale e pastorale». Senza «messaggi sbagliati, rigidità o lassismo».

Il cardinale, ricordando la nota 351 della Amoris laetitia, sottolinea: «Il Papa non dice che bisogna ammettere ai sacramenti, sebbene non lo escluda in alcuni casi e ad alcune condizioni». Ciò che conta è avere attenzione «alle circostanze delle singole persone, alla loro coscienza, senza compromettere la verità e la prudenza che aiuteranno a trovare la giusta via». Invitandole a «partecipare in qualche modo alla vita ecclesiale». «Non si tratta di arrivare necessariamente ai sacramenti – chiarisce Vallini -, ma di orientarle a vivere forme di integrazione alla vita ecclesiale».

L’«apertura», puntualizza il cardinale, non va intesa nel senso di un «accesso indiscriminato ai sacramenti», ma nel senso di un «discernimento che distingua adeguatamente caso per caso». Spetta in ogni caso al confessore, «nella sua coscienza, dopo tanta riflessione e preghiera, doversi assumere la responsabilità davanti a Dio e al penitente e chiedere che l’accesso ai sacramenti avvenga in maniera riservata». Discernimento e formazione, sia per i sacerdoti che per i laici, diventano quindi due parole d’ordine per il futuro, soprattutto nell’ambito della pastorale familiare. Per entrambi è in cantiere un programma diocesano di formazione. Iniziative di formazione ad hoc saranno pensate anche per accompagnare le famiglie segnate dalla sofferenza della disabilità e dalla piaga della droga.

Il cardinale lancia anche l’allarme sull’educazione affettiva dei ragazzi, «grande sfida» da affrontare, mentre alcune scuole propongono da tempo corsi di educazione sessuale che non sono itinerari di crescita dell’amore e puntano invece solo sulla contraccezione o sulla prevenzione delle malattie. Proposte «fuori luogo, soprattutto se indifferenti al primato della famiglia in ambito educativo», che richiedono l’intervento propositivo di famiglie e insegnanti.

«Occorre riproporre con forza – afferma Vallini – che la persona umana non può essere considerata un “oggetto di piacere”, ma un valore in sé». Istanza tanto più urgente in un tempo in cui «distorte relazioni affettive – denuncia il cardinale – tanto frequentemente sfociano in tragici fatti di violenza e in omicidi di donne nelle famiglie, maturati in una cultura del possesso e della vendetta». E di fronte alle quali «i cristiani non possono rimanere inermi spettatori» o mostrarsi come «amareggiati nostalgici».

19 settembre 2016