Accogliere e integrare: l’impegno per i migranti

L’appello del vescovo Lamba, delegato per la Chiesa ospitale, nella lettera inviata alle parrocchie e alle comunità etniche per la Giornata mondiale, il 24 settembre

“Liberi di scegliere se migrare o restare”. Il tema scelto dal Papa per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che la Chiesa celebra il 24 settembre, resta un obiettivo per ora non realizzato, ed è la realtà di ogni giorno, anche sulle nostre coste e sui nostri confini, a mostrarcelo con evidenza. Se, solo per fare un esempio, Mustafà, minore non accompagnato come tanti altri arrivati in Italia in queste ultime settimane, reduce da un viaggio di una giornata in 40 su una barca, dice «era l’unica cosa da fare, in Costa d’Avorio la vita è impossibile», è chiaro che quella libertà è di là da venire.

Il tema di quest’anno sollecita alla riflessione tutte le comunità cristiane e la comunità civile, specialmente in un momento in cui in Italia alcune zone del Paese vivono particolari criticità. È il caso di Lampedusa, ma non soltanto. Analogamente sollecita le istituzioni nazionali ed europee a farsi carico del fenomeno con una visione attenta più al tema dei diritti umani che alla logica dell’emergenza. Sull’argomento interviene anche il vescovo ausiliare Riccardo Lamba, delegato alla Chiesa ospitale e in uscita, con una lettera alle parrocchie e alle comunità etniche in occasione della Giornata. «Per coloro che nel frattempo e in futuro sceglieranno di migrare dovremo garantire che le comunità cristiane siano preparate ad accoglierli, proteggerli e integrarli nella società civile, evitando che tanti uomini, donne e minori siano vittime nei nostri Paesi di rischiose illusioni o di forme di sfruttamento da parte di persone senza scrupoli». È quanto già fanno le parrocchie e le comunità religiose romane, e in questi giorni altri migranti tornano a bussare alle loro porte per chiedere aiuto.

«Spesso – sottolinea Lamba – ci chiediamo cosa dovremmo fare e cosa dovremmo evitare di fare per migliorare in loco le condizioni di vita delle persone, affinché la decisione di migrare possa diventare una scelta “libera” e non “obbligata” per sopravvivere. Siamo sempre più consapevoli che se occorre promuovere nei Paesi più poveri il rispetto dei diritti umani fondamentali attraverso progetti che favoriscano la tutela dell’ambiente e la partecipazione responsabile al bene comune al-lo sviluppo umano integrale, è necessario non “finanziare” le centinaia di guerre per lo più alimentate da potenze interne ed esterne, interessate prevalentemente allo sfruttamento a proprio vantaggio delle risorse naturali. Solo attraverso uno sforzo congiunto della comunità internazionale si potrà offrire a tutti la possibilità di vivere in modo più dignitoso nella propria terra».

Intanto, a chi arriva in Italia, occorre assicurare una adeguata accoglienza, e per questo è necessaria la solidarietà di tutte le comunità cristiane. Da qui l’appello del vescovo a sostenere le iniziative promosse in questo ambito dalla Chiesa italiana partecipando alle collette in programma nelle chiese della diocesi.

25 settembre 2023