Ac, l’impegno a «uscire» e «accogliere»

Riparte dalla formazione il nuovo anno dell’Azione cattolica di Roma, con 3 campi di formazione. Tra ospiti dal Burundi. La presidente Rosa Calabria: «Testimoniare andando incontro all’altro»

Al via da oggi, venerdì 12 settembre, gli appuntamenti di fine estate con i campi di formazione per l’Azione cattolica di Roma. «A partire dalla quotidianità ci interrogheremo sulla nostra presenza di cristiani, laici, aderenti di Ac nella città di Roma, nei luoghi che ogni giorno frequentiamo, e su come testimoniare il Cristo Risorto che ci dona il coraggio di agire e andare incontro all’altro». A spiegarlo è la nuova presidente diocesana, Rosa Calabria. «È il primo appuntamento dopo l’assemblea diocesana – osserva -, quindi c’è un po’ di emozione: si tratta di momenti privilegiati e di un’occasione di meditazione, confronto e anche divertimento, tra fratelli».

Per tre fine settimana di settembre, dunque, l’intero mondo dell’Azione cattolica romana si riunisce all’insegna del verbo “rimanere”: «Con diverse sottolineature tutti i tre campi vi fanno riferimento». A partire dal primo, appunto, che inizia oggi alla “Fraterna Domus” di Sacrofano per concludersi domenica 14, rivolto ai presidenti e responsabili parrocchiali. Dal 19 al 21 sarà la “Dimora” di Vitorchiano a ospitare il campo per gli educatori dell’Azione cattolica dei ragazzi e per i catechisti che vogliono conoscere e approfondire il metodo Acr. Con gli educatori di Giovani e Giovanissimi, invece, l’appuntamento è per il 27 e 28 a Morlupo presso la parrocchia di San Gaetano da Thiene (info su www.acroma.it).

“Fil rouge” dei campi di formazione, il verbo “rimanere”, che insieme ad “andare” e “gioire” Papa Francesco ha consegnato all’Ac nel suo incontro del 3 maggio scorso con i presidenti parrocchiali. «La triade di indicazioni che ci ha fornito il Papa somiglia alla terna di verbi che compaiono nel documento finale della nostra ultima assemblea associativa: “Accogliere”, “uscire” e “accompagnare” – prosegue la presidente diocesana -. Sono azioni che poi equivalgono alla declinazione del nostro essere evangelizzatori e laici di Ac». Accompagnare con gratuità l’altro vuol dire «farlo nella gioia. Si rimane in Gesù e con Gesù perché lo abbiamo riconosciuto nella nostra quotidianità. Rimanere con Gesù e in Gesù fa riferimento al brano evangelico di Marco, la cui esortazione “Coraggio sono io” (Mc. 6,45-52) caratterizza il cammino annuale associativo. Rimanendo in Gesù si riconosce l’altro come un fratello, chiunque sia. E questa è una priorità per noi, laici che si formano per sapere dire qualcosa all’altro».

Coadiuvare i sacerdoti in parrocchia, collaborando con il parroco consapevoli del proprio ruolo di laici, si conferma, come sempre, in cima agli impegni dell’associazione. Novità di quest’anno, invece, la presenza, ai campi, di tre ospiti, due sacerdoti e un laico, provenienti dal Burundi, che grazie a un gemellaggio vedranno come funziona l’Ac in Italia. In un contesto, quello romano, che in una unica diocesi ingloba molteplici realtà, gli sforzi, aggiunge Calabria, «sono tutti tesi a studiare il territorio per conoscere bene i luoghi nei quali viviamo. Attenti alle sollecitazioni provenienti dalla struttura nazionale e pronti a un maggiore coinvolgimento con la Pastorale giovanile e universitaria del Vicariato, miriamo a insegnare agli educatori dell’Acr a coinvolgere le parrocchie vicine, magari dove l’Ac non c’è». L’obiettivo, conclude, è «evitare che coloro che ci conoscono considerino noi “dentro” e loro “fuori”».