Ac: «Chiudere con carbone e petrolio e puntare sulle rinnovabili»

La presidenza nazionale dell’associazione prende posizione sulla situazione italiana: «Rallentare la transizione energetica non è l’unica risposta all’aumento delle bollette»

Transizione energetica, ritorno al carbone, caro bollette. La presidenza nazionale dell’Azione cattolica italiana prende posizione sulla situazione che il Paese sta vivendo. «Constatiamo con preoccupazione – scrivono in una nota diffusa ieri, 5 luglio – la diffusa convinzione che rallentare la transizione energetica per tornare all’uso massivo dei combustibili fossili, in particolare del carbone, sia l’unica risposta possibile all’aumento delle bollette». Al contrario, osservano, è proprio questo il tempo per «chiudere definitivamente con il carbone e proseguire con una riduzione sistematica tanto dell’offerta quanto della domanda di petrolio, a vantaggio di un «rapido aumento delle energie rinnovabili» e di un «contestuale risparmio energetico». Nell’analisi proposta dall’Ac anche il riferimento al Pnrr, che prevede questo tipo di indirizzo. Italia ed Europa, quindi, hanno la responsabilità di «sostenere una capillare opera di efficientamento energetico, di incentivi alle energie rinnovabili e di potenziamento dei trasporti pubblici puliti».

Le dichiarazioni dell’Azione cattolica sono arrivate contestualmente all’annuncio – condiviso da altre 34 istituzioni religiose di 7 Paesi – del disinvestimento dalle società di combustibili fossili, nel contesto di una campagna promossa da una serie di istituzioni cristiane, tra cui il Movimento Laudato si’. Alla vigilia del voto del Parlamento europeo sul fatto se gas e nucleare siano da considerarsi investimenti sostenibili o meno (tassonomia verde), proprio il Movimento ha chiesto agli eurodeputati italiani di «sostenere la mozione che rimuove gas e nucleare dalla tassonomia europea» e sostenere così «il ruolo strategico esercitato dalle piccole e medie imprese italiane nella transizione affinché non siano esse, con i loro lavoratori e famiglie, a pagare i costi sociali di questo cambiamento ma siano favoriti gli investimenti a loro sostegno».

6 luglio 2022