«Costruire vincoli e spazi sani e maturi, che sappiano rispettare l’integrità e l’intimità di ogni persona; risvegliare e infondere fiducia nella costruzione di un progetto comune, ampio, umile, sicuro, sobrio e trasparente», che «esige non solo una nuova organizzazione ma anche la conversione della nostra mente, del nostro modo di pregare, di gestire il potere e il denaro, di vivere l’autorità e anche di come ci relazioniamo tra noi e con il mondo». Francesco scrive ai vescovi statunitensi in occasione degli esercizi spirituali in corso a Chicago fino all’8 gennaio e li invita ad «abbandonare come modus operandi il discredito e la delegittimazione, la vittimizzazione e il rimprovero nel modo di relazionarsi».

L’intervento del Pontefice arriva inseguito alle polemiche scaturite negli ultimi mesi, dopo che una lettera della Congregazione dei Vescovi aveva suggerito all’episcopato statunitense riunito in assemblea, nel novembre 2018, di non votare le proposte preparate da una Commissione speciale per fronteggiare la crisi degli abusi sessuali del clero e aspettare l’incontro del Papa con i presidenti delle Conferenze episcopali in programma dal 21 al 24 febbraio.

Nella sua lettera Francesco ribadisce che «tutti gli sforzi che faremo per rompere il circolo vizioso del rimprovero, della delegittimazione e del discredito, evitando la mormorazione e la calunnia, in vista di un cammino di accettazione orante e vergognosa dei nostri limiti e peccati e stimolando il dialogo, il confronto e il discernimento, tutto ciò ci disporrà a trovare cammini evangelici che suscitino e promuovano la riconciliazione e la credibilità che il nostro popolo e la missione esigono da noi». Per il Papa, «il Popolo fedele di Dio e la missione della Chiesa hanno già sofferto, e soffrono troppo, a causa degli abusi di potere, coscienza, sessuali e della loro cattiva gestione, per aggiungere loro la sofferenza di trovare un episcopato disunito, concentrato nel discreditarsi più che nel trovare cammini di riconciliazione. Questa realtà – sottolinea – ci spinge a porre lo sguardo sull’essenziale, a spogliarci di tutto quello che non aiuta a rendere trasparente il Vangelo di Gesù Cristo».

Il pontefice mette l’accento, ancora, sul tema della «credibilità», che «nasce dalla fiducia, e la fiducia nasce dal servizio sincero e quotidiano, umile e gratuito verso tutti, ma specialmente verso i prediletti del Signore». Questo servizio «non intende essere un’operazione di marketing o una mera strategia per recuperare il posto perso o il riconoscimento vano nel tessuto sociale» ma appartiene «alla sostanza stessa del Vangelo di Gesù».

Ai vescovi Usa il Papa ricorda che «la chiamata alla santità ci protegge dal cadere in false opposizioni o riduzionismi e dal tacere dinanzi a un ambiente propenso all’odio e all’emarginazione, alla disunione e alla violenza tra fratelli. La credibilità – conclude il Papa – si gioca anche nella misura in cui aiutiamo, insieme ad altri attori, a intrecciare un tessuto sociale e culturale che non solo si sta sfaldando, ma che alberga e rende possibili nuovi odi. Come Chiesa non possiamo rimanere prigionieri dell’una o dell’altra trincea, ma dobbiamo vegliare e partire sempre dal più indifeso».

4 gennaio 2019