Abusi, Francesco: «La prevenzione sia percorso permanente»

Il messaggio ai partecipanti al convegno su “Promuovere child safeguarding al tempo del Covid-19 e oltre”. «Dolore e vergogna per non essere stati sempre buoni custodi»

Francesco non ha dubbi: quello contro gli abusi è «un cammino che come Chiesa siamo chiamati a compiere tutti insieme, sollecitati dal dolore e dalla vergogna per non essere stati sempre buoni custodi proteggendo i minori che ci venivano affidati nelle nostre attività educative e sociali». Lo scrive nel messaggio inviato ieri, 4 novembre, ai partecipanti al convegno “Promuovere child safeguarding al tempo del Covid-19 e oltre”, letto dal presidente dell’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII Giovanni Paolo Ramonda. Un «processo di conversione», lo definisce il Papa, che «richiede con urgenza una rinnovata formazione di tutti coloro che rivestono responsabilità educative e operano in ambienti con minori, nella Chiesa, nella società, nella famiglia. Solo così – assicura -, con un’azione sistematica di alleanza preventiva, sarà possibile sradicare la cultura di morte di cui è portatrice ogni forma di abuso, sessuale, di coscienza, di potere».

Nell’analisi del pontefice, «se l’abuso è un atto di tradimento della fiducia, che condanna a morte chi lo subisce e genera crepe profonde nel contesto in cui avviene, la prevenzione dev’essere un percorso permanente di promozione di una sempre rinnovata e certa affidabilità verso la vita e il futuro, su cui i minori devono poter contare. E questo noi, come adulti, siamo chiamati a garantire loro, riscoprendo la vocazione di “artigiani dell’educare” e sforzandoci di esservi fedeli». Questo significa «favorire l’espressione dei talenti di coloro che accompagniamo; rispettarne i tempi, la libertà e la dignità; contrastare con ogni mezzo le tentazioni del sedurre e dell’indurre, che solo in apparenza possono facilitare le relazioni con le giovani generazioni», ha aggiunto.

Per il Papa, sarà «prezioso» il contributo dei giovani, «nel riconoscere le situazioni a rischio e nel richiamare con coraggio tutta la comunità alla sua responsabilità nella salvaguardia dei minori, a rivedere il modo di relazionarsi con le giovani generazioni, perché si torni ad assicurare loro la bellezza di incontrarsi, dialogare, giocare e sognare». Agli adulti che hanno condiviso questo percorso con i giovani, Francesco augura di «continuare a essere credibili, vale a dire responsabili nella cura e coerenti nella testimonianza. Possano essere promotori e custodi di una rinnovata alleanza educativa tra le generazioni e tra i diversi contesti di crescita dei minori, capaci di stimolare tra loro una connessione generativa e tutelante, soprattutto in questo tempo complesso di pandemia», è l’auspicio.

Da ultimo, il pontefice si rivolge anche alle associazioni laicali, esortandole a «perseverare in questa azione di formazione alla corresponsabilità, al dialogo e alla trasparenza. La tutela dei minori  – conclude – sia sempre più concretamente una priorità ordinaria nell’azione educativa della Chiesa; sia promozione di un servizio aperto, affidabile e autorevole, in contrasto fermo a ogni forma di dominio, di sfregio dell’intimità e di silenzio complice».

5 novembre 2021