Abusi: 18 nuovi diplomati alla Gregoriana, esperti in tutela dei minori

Hans Zollner, direttore del Centre for Child Protection: «In teoria abbiamo tutti gli strumenti per punire chi si macchia di questi crimini, le norme ci sono, ma c’è uno scarto nell’applicazione»

Bambini che in Nigeria fanno i venditori ambulanti rischiando di finire nella rete dei maltrattamenti, ragazzine al di sotto dei 18 anni che in Ghana sono costrette a sposarsi con conseguenze importanti sulla loro psicologia e sulla salute, piccoli e adolescenti che in India cadono vittime delle trappole della rete. Sono alcuni dei volti degli abusi sui minori perpetrati in diverse parti del mondo, analizzate dai 18 studenti che hanno conseguito il Diploma in Tutela dei minori alla Pontificia Università Gregoriana. Durante la cerimonia, che si è tenuta oggi nella sede dell’ateneo, sono stati presentati gli elaborati finali.

Hans Zollner
Hans Zollner SJ

Da ottobre sarà possibile frequentare alla Pontificia Università Gregoriana il primo corso universitario in Tutela dei minori. L’università ha deciso di ampliare la sua offerta formativa affiancando al diploma anche la Licenza biennale. Si tratta di un “unicum” nel panorama educativo che ha come obiettivo la formazione a livello teorico e pratico nel campo della protezione dei minori, nell’ottica della promozione di una cultura della prevenzione. «È il primo corso a tempo pieno, di due anni, multidisciplinare e transdisciplinare perché chi lo frequenterà dovrà imparare a parlarsi e a lavorare insieme con il mondo della scienza e professionale», ha spiegato padre Hans Zollner, direttore del Centre for Child Protection.

Sul tema degli abusi sui minori, «le norme
ci sono ma occorre applicarle» e soprattutto capire «come formare la mentalità e il cuore» ha detto Zollner. «In teoria abbiamo tutti gli strumenti, le norme ci sono, ma c’è uno scarto nell’applicazione. Tuttavia vedo dei semi». Quanto alle vittime, Zollner ha ricordato che «il Papa le ascolta. Sono testimone di un incontro e due delle vittime, con le quali sono in contatto, mi hanno confidato di essere state molto aiutate nel loro cammino personale, tanto da decidere di rientrare nella Chiesa», ha concluso il direttore del Ccp.

 

9 febbraio 2018