Abdoul, dallo sbarco alla laurea

Il rifugiato ivoriano arrivato in Italia nel 2014 premiato alla Camera come uno dei più meritevoli tra i laureati degli atenei italiani, grazie alla borsa di studio offerta dall’Acse

Quando nel 2014 Abdoul Kone è arrivato in Italia dalla Costa d’Avorio «su un gommone lungo 13 metri e largo 2, con altre 200 persone», ha portato con sé i suoi sogni e oggi sta provando a realizzarli. Originario della città di Bouaké, nel cuore del Paese africano, ha 26 anni ed è un rifugiato politico. Dopo «lo sbarco in Sicilia, a Siracusa – racconta -, ho avuto ricevuto una prima accoglienza in Toscana e poi sono stato trasferito in Umbria, dove ho preso parte al progetto Sprar ed è lì che ho cominciato a studiare con un corso di metalmeccanico, che però non era la mia strada ma l’ho fatto pur di non rimanere a casa».

È con il trasferimento a Roma che Adboul si iscrive «alla scuola serale per conseguire il diploma di terza media» e trova poi un «lavoro come mediatore culturale per Medici senza frontiere, lavorando di giorno e continuando a studiare la sera, all’Istituto tecnico Pirelli, che mi ha permesso, con il diploma, di iscrivermi finalmente all’Università, alla Sapienza, nel settembre del 2019». Si inserisce in questa fase l’incontro che per il giovane ivoriano «è stato un miracolo» ovvero quello con l’Associazione comboniana servizio emigranti e profughi (Acse). «Senza di loro – spiega – non avrei potuto fare niente perché ero stato escluso dalla borsa di studio regionale per mancanza di documentazione e ho usufruito di una delle borse di studio finanziate dall’associazione, vivendo un anno molto produttivo perché invece di 6 esami, previsti nel piano di studi di Scienze politiche e relazioni internazionali, ne ho sostenuti 10, anticipandomi rispetto al secondo anno e riuscendo a raggiungere la laurea nel marzo del 2021».

Proprio grazie a questo suo impegno e ai risultati raggiunti, Abdoul è stato premiato il 12 settembre alla Camera dei deputati insieme ad altri 500 studenti come uno dei più meritevoli tra i laureati degli atenei statali italiani. «Per noi è una bellissima notizia – dice padre Venanzio Milani, presidente dell’Acse – perché ci incoraggia a promuovere ancora di più questo progetto di finanziamento di borse di studio per studenti universitari migranti, per donare loro un futuro di speranza». Il religioso spiega che l’Acse «inizialmente era nata proprio per gli studenti emigrati e uno degli obiettivi fino agli anni ’80 era collocare soprattutto quelli africani. Poi da 10 anni è nata l’iniziativa delle borse di studio». Sono 38 quelle a disposizione attualmente «ma abbiamo circa una trentina di giovani in attesa di poterne usufruire», aggiunge Milani. Da qui l’invito a «quei benefattori che vogliano sostenere questo progetto – dice il presidente dell’Acse -, che consiste in una somma totale di 900 euro per ogni studente, 100 per ognuno dei 9 mesi accademici», così da offrire un’opportunità come quella di cui ha beneficiato Abdoul. Il giovane, che oggi lavora in un negozio del centro di Roma, sogna di «entrare nel corpo diplomatico perché avendo visto il male che fa la guerra credo fortemente nel valore e nel ruolo di una diplomazia sincera e decisa».

3 ottobre 2022