A Tor de’ Schiavi una campagna contro la ludopatia

«Non giocarti la vita»: iniziativa della parrocchia del Santissimo Sacramento. Il parroco: «È una delle tenebre del nostro tempo». La locandina in molti bar

«Non giocarti la vita»: iniziativa della parrocchia del Santissimo Sacramento. Il parroco: «È una delle tenebre del nostro tempo». La locandina affissa in molti bar

“Non giocarti la vita!” è lo slogan della campagna “No slot machine”, promossa dalla parrocchia Santissimo Sacramento a Tor de’ Schiavi, contro la dipendenza dal gioco. L’iniziativa, fortemente voluta dal parroco don Maurizio Mirilli, è nata in seguito all’ennesima richiesta di aiuto economico da parte di persone disperate perché, irretite loro stesse o un loro familiare da questa piaga dilagante, hanno perso tutto, provocando gravissime conseguenze nelle famiglie. Una locandina, con una grande scritta rossa a caratteri cubitali “NO SLOT”, simile a un segnale di divieto d’accesso, è stata affissa nei bar che hanno deciso di aderire alla campagna: 18 esercizi favorevoli sui 25 presenti nel quartiere. Dei sette bar che hanno al loro interno le slot, uno ha creato un’apposita sala aperta al pubblico 24 ore su 24. Il parroco ha quindi invitato i fedeli a recarsi solo nei bar che hanno esposto la locandina nella speranza che gli altri, riscontrando una diminuzione della clientela, decidano di eliminare le macchinette dal proprio esercizio commerciale.

Locandina NO SLOT (parrocchia ss sacramento tor de schiavi)
La locandina diffusa dalla parrocchia

«Non è una campagna contro qualcuno – tiene a sottolineare don Maurizio – ma a favore di tutti perché quello della ludopatia è un fenomeno più grande di quanto si possa pensare». Un business distruttivo, che avvelena anche gli anziani che spesso si giocano la pensione. L’idea è nata durante la meditazione sul Vangelo di Marco che racconta l’invito alla conversione rivolto da Gesù alle genti della Galilea. «La conversione nasce a livello personale – spiega don Maurizio – ma c’è anche quella comunitaria e noi siamo chiamati a portare la luce, che è Cristo, lì dove ci sono le tenebre: la ludopatia è una delle tenebre del nostro tempo e noi abbiamo il dovere di esporci, parlare di questi problemi e, come comunità, avviare azioni concrete per aiutare le tante famiglie del nostro quartiere vittime di questa illecita trappola».

La campagna, pubblicizzata anche sulla pagina Facebook della parrocchia, ha ottenuto oltre 23mila visualizzazioni in pochi giorni e solo due ore dopo la pubblicazione una persona che trascorreva ore a giocare ha trovato il coraggio di contattare il parroco per chiedere aiuto. Don Maurizio ha inoltre chiesto la collaborazione della Caritas diocesana, che da tempo porta avanti iniziative contro il proliferare del gioco d’azzardo, per studiare e avviare nuovi progetti al fine di aiutare e “curare” chi è affetto da ludopatia. «È una malattia – asserisce il parroco del Santissimo Sacramento -. Tanti non escono allo scoperto solo per vergogna.

Non sono pochi i parrocchiani che giocano abitualmente alle slot machine: frequentano assiduamente la chiesa, vengono a Messa ma sono a disagio se devono ammettere di avere un problema. La prima cosa da fare è quindi capire come indurre le persone a farsi avanti, spiegando, con delicatezza, che non devono essere loro a vergognarsi, quanto piuttosto chi lucra sulla loro condizione». Ad avvalorare il pensiero del sacerdote c’è il comportamento notato in alcuni parrocchiani. «Da quando è partita la campagna – spiega – non solo non hanno chiesto aiuto ma sono talmente schiavi del gioco che pur avendo gli occhi puntati addosso non vi rinunciano, magari stando attenti che nessuno li noti».

6 febbraio 2017