A Tor Bella Monaca nasce l’Ostello del Samaritano

Nella parrocchia di Santa Rita, ospita chi è in emergenza. Il parroco padre Bellini: «La povertà si moltiplica. Accogliamo a più non posso»

Inaugurata la struttura della parrocchia di Santa Rita per ospitare chi è in emergenza. Il parroco padre Bellini: «La povertà si moltiplica. Accogliamo a più non posso»

«Qui mancano moltissime cose, le persone non ce la fanno, le famiglie si sfasciano. La povertà si moltiplica, la violenza è verbale, fisica e soprattutto affettiva. Per questo accogliamo, accogliamo a più non posso». L’agostiniano padre Pietro Bellini è parroco a Santa Rita a Torre Angela, dove qualche giorno fa il vescovo ausiliare per il settore Est Giuseppe Marciante ha celebrato le cresime e benedetto l’Ostello del Samaritano, una nuova struttura interna alla parrocchia pensata per dare ospitalità a chi si trova in situazioni di emergenza. L’idea, spiega padre Pietro, nasce da quanto accaduto lo scorso inverno: «Complici le rigide temperature, molte persone che non sapevano dove andare ci chiedevano ospitalità. Ora ci siamo attrezzati, abbiamo allestito due stanze con bagno autonomo, fino a otto posti letto. L’intenzione è fare accoglienza al massimo per tre sere consecutive, così da tamponare l’emergenza e consentire a chi ha bisogno di riorganizzarsi».

La parrocchia, che dal nome sembrerebbe trovarsi a Torre Angela, in realtà è a Tor Bella Monaca: «Solo che – sottolinea padre Pietro – quando nel 1985 venne inaugurata, il quartiere come lo intendiamo oggi non esisteva. All’inizio c’era solo la chiesa, poi è nato l’oratorio, insieme alle sale del catechismo e al grande salone per 500 persone. Adesso finalmente c’è anche la sacrestia, semicircolare come la chiesa e la cappella feriale». Santa Rita è la piazza, l’unica di un territorio di 25mila abitanti con un tasso di arresti domiciliari altissimo, in un quartiere dove ogni mese c’è una retata e si paga il prezzo della politica edilizia degli anni ‘90 che ha prodotto veri e propri ghetti.

«Facciamo il possibile, creando quello che manca», racconta il parroco descrivendo il nuovo Spazio Infanzia, un asilo per bambini che non hanno trovato posto nelle strutture comunali. Nato grazie all’associazione Apurimac, la onlus degli agostiniani, lo Spazio Infanzia è al suo primo anno e accoglie quattordici bambini dai 3 ai 5 anni provenienti da tutti i continenti. «Diamo anche una mano ai loro genitori. Abbiamo circa 250 collaboratori parrocchiali», annuncia orgoglioso padre Pietro snocciolando le realtà gravitanti in parrocchia, dai numerosi scout ai membri del Rinnovamento nello Spirito, fino ai volontari Caritas e a quelli del patronato. «Non abbiamo paura», dichiara padre Pietro accennando all’episodio di aggressione subito qualche anno fa: «Andiamo da tutte le parti, anche quando ci dicono “Questa non è zona per voi”. Tanti ragazzi iniziano a spacciare da piccolissimi, troppi ci sfuggono. Il futuro è sempre incerto: di sogni qui ce ne sono pochi, ma non smettiamo di sperare che le cose vadano meglio».

9 maggio 2017