A scuola, menù solidale per Amatrice

Il 24 novembre negli istituti romani “Solidarietà inMensa”, a sostegno delle scuole di Amatrice. Menù reatino-ascolano per 130mila bambini

Giovedì 24 novembre negli istituti romani “Solidarietà inMensa”, a sostegno della refezione scolastica di Amatrice. Menù reatino-ascolano per circa 130mila bambini

Un menù solidale, a base di prodotti tipici delle zone del centro Italia colpite dai recenti terremoti. È la proposta del Campidoglio per le mense scolastsiche romane nella giornata di domani, giovedì 24 novembre: “Solidarietà inMensa”, il nome dell’iniziativa, portata avanti con il contributo di alcune aziende della ristorazione collettiva, in tutti gli 800 plessi scolastici dell’Urbe. Per ogni pasto, una frazione del ricavato – 0,2 centesimi – sarà devoluto alle mense di Amatrice. «Tolto un dieci per cento di normale calo fisiologico giornaliero – spiegano dal Campidoglio – si arriva a circa 130mila pasti, per un imoporto totale di 26mila euro».

Per il sindaco Virginia Raggi «è importante che i bambini e i ragazzi della nostra città, attraverso un semplice gesto di solidarietà, aiutino i loro coetanei. Le mense dei nostri asili e delle nostre scuole – afferma – non sono solo un luogo dove si fornisce un servizio. La refezione è un momento dal grande valore sociale ed educativo, dove si impara a conoscere e ad apprezzare il cibo e il valore di una corretta alimentazione. E con la giornata del 24 novembre diventa anche un’occasione di solidarietà attiva», attraverso cui anche i più piccoli possono «prendere coscienza della necessità e dell’importanza di aiutare altri bambini e ragazzi che si trovano in una situazione di difficoltà. La necessità di essere solidali non è solo delegata agli adulti ma è un momento di condivisione con i loro coetanei da vivere in prima persona».

Sulla stessa linea l’assessore Laura Baldassarre (Persona, Scuola e Comunità solidale). «Un gesto di solidarietà – sottolinea – non deve avere confini di tempo né di età. Legarlo esclusivamente a un’emergenza o all’età dei soggetti coinvolti significherebbe spegnere quell’attenzione nei confronti della persona che invece Roma Capitale vuole far diventare elemento caratterizzante dell’iniziativa».

23 novembre 2016