A scuola con l’epilessia, coi consigli dei medici del Bambino Gesù

Torna l’iniziativa “La scuola non ha paura delle crisi”, per insegnare a docenti e ragazzi come gestire le crisi in classe. Appuntamento il 10 febbraio

Nella Giornata mondiale dell’epilessia, lunedì 10 febbraio, torna l’appuntamento con “La scuola non ha paura delle crisi”, a cura degli esperti dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, alla V edizione. Grazie al lavoro svolto dall’avvio del progetto – nell’ambito delle iniziative coordinate in Italia dalla Lega italiana contro l’epilessia per la Giornata mondiale, che si tiene il secondo lunedì di febbraio – sono stati formati a oggi oltre 200 tra insegnanti, operatori scolastici e studenti. Oltre mille le scuole di Roma e provincia preparate ad affrontare e gestire in classe le crisi convulsive. In tutto, sono state 17 le crisi epilettiche effettivamente gestite in classe, ricorrendo alle manovre di assistenza imparate.

L’appuntamento è per lunedì 10 febbraio nell’Auditorium Valerio Nobili della sede di San Paolo dell’ospedale (viale Baldelli 38), in due orari: alle 10.30 e alle 15. Attese circa 300 persone, tra operatori scolastici e adolescenti: a loro, personale specializzato insegnerà a gestire gli attacchi epilettici in classe, con l’ausilio di video tutorial, esempi pratici, strumenti tecnici e teoria, con particolare attenzione alla corretta e tempestiva modalità di somministrazione dei farmaci durante una crisi.

«Le persone con epilessia ancora oggi sono vittime di pregiudizi e limitazioni in vari ambiti della loro esistenza. È per questo motivo che emarginazione e discriminazione vanno combattute con ogni iniziativa di informazione, formazione e sensibilizzazione possibile», sottolinea Federico Vigevano, direttore del dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione del Bambino Gesù. «È scientificamente dimostrato che educare la scuola alla gestione dei bambini e dei ragazzi affetti da epilessia ne favorisce l’inclusione, l’inserimento in classe, migliora la loro qualità di vita – con ricadute positive anche sui livelli di ansia dei genitori – e riduce sensibilmente gli accessi non necessari al pronto soccorso», prosegue.

Dal monitoraggio delle scuole formate nelle precedenti edizioni è emerso che il  46% degli insegnanti ha uno studente con epilessia in classe; oltre 1/3 degli istituti (37%) ha avuto a che fare con almeno un episodio di crisi epilettica; dopo la formazione è raddoppiato il senso di sicurezza e quindi la disponibilità a somministrare i farmaci d’urgenza ai bambini/ragazzi in preda alle convulsioni e il 100% delle crisi (17 in totale) è stato gestito in classe dal personale formato che ha messo in atto le corrette manovre di assistenza, evitando, così, ospedalizzazioni inappropriate. Per la gravità della situazione, il ricovero si è reso necessario solo in 2 casi. I risultati del progetto sono in fase di pubblicazione sulla rivista scientifica Epilepsy Behavior.

Dal Bambino Gesù spiegano che sono i bambini i più colpiti dall’epilessia. Nei due terzi dei casi la malattia si manifesta prima della pubertà. Il 30% di tutte le epilessie è resistente ai farmaci: di queste solo il 10-15% può essere trattata con la chirurgia. In questo caso, prima si interviene più alta è la possibilità di guarigione. E circa il 30% delle crisi epilettiche si manifesta in classe: basti pensare che il 40% delle chiamate al numero di emergenza 112 che partono dalle scuole è proprio per casi di crisi epilettica.

7 febbraio 2020