A Sant’Eusebio torna a risplendere la “Gloria” affrescata da Mengs

Nella festa patronale, inaugurato il restauro dell’opera che decora la volta della navata centrale. Il sistema d’illuminazione offerto dalla comunità

Tanti i fedeli che venerdì sera, 7 giugno, hanno gremito la piccola chiesa di Sant’Eusebio all’Esquilino, in piazza Vittorio Emanuele, in occasione della celebrazione per la festa del loro santo patrono. «Questa nostra tradizionale ricorrenza – ha detto il parroco don Gianalessandro Bonicalzi – è quest’anno arricchita e allietata dalla inaugurazione dell’affresco del pittore neoclassico Mengs, dopo il restauro degli ultimi mesi»; opera per la quale «ringraziamo poiché la sua bellezza e il suo significato ci invitano, proprio alla vigilia della Pentecoste, a guardare al mistero della nostra limitata umanità cogliendoci allo stesso tempo capaci di cose grandi se viviamo nello Spirito di Dio».

Realizzato nel 1757 da Anton Raphael Mengs, boemo e primo pittore di corte a Dresda che soggiornava nella Capitale da qualche anno, l’affresco rappresenta la gloria di sant’Eusebio e decora la volta della navata centrale della chiesa, affidata alla Fraternità sacerdotale dei missionari di san Carlo Borromeo. Particolarmente degradato soprattutto a causa dell’umidità, il prezioso dipinto murale è stato sottoposto per 6 mesi – da ottobre ad aprile – a un restauro promosso e finanziato dalla Soprintendenza speciale archeologia, belle arti e paesaggio di Roma, nell’ottica di un più ampio progetto di recupero e valorizzazione della chiesa del rione Esquilino. «È importante prendere consapevolezza della ricchezza artistica di questo luogo – ha detto nel suo saluto Pietro Petraroia, storico dell’arte ed ex Soprintendente -: una delle chiese più antiche della città, incastonata nella piazza a due passi dalle mura serviane e dove nell’antica Roma sorsero le ville di Mecenate».

L’opera appena restaurata rappresenta «uno snodo fondamentale del percorso artistico di Mengs che, giunto a Roma a 30 anni, era affermato come pittore da cavalletto – ha chiosato la curatrice scientifica del restauro Roberta Porfiri -; questo è invece il suo primo affresco, premessa della sua seguente e fortunata produzione madrilena e anticipazione degli sviluppi della pittura neoclassica che si diffonderà nella seconda metà del XVIII secolo». Pur richiamando gli schemi della tradizione di Raffaello, Correggio e Tiziano, il dipinto murale è «un esempio di grande modernità perché Mengs non utilizza più il linguaggio retorico del Barocco ma uno più razionale e verosimile – ha continuato la storica dell’arte e funzionario della Soprintendenza -, dimostrandosi abile pittore ma anche filosofo e insieme grande conoscitore dell’arte, desideroso di rendere la verità mediante una composizione studiata in maniera molto approfondita». Nella “Gloria di Sant’Eusebio” lo schema classico del «santo ritratto in gloria è innovato da un uso della luce assolutamente moderno – ha osservato ancora Porfiri -: il fascio passa dietro il martire e il gruppo angelico che lo circonda e giunge a illuminare i volti degli angeli cantori della parte bassa, riuscendo quasi a rappresentare l’aria e dando profondità all’opera».

Da un punto di vista propriamente tecnico e pratico, «grazie all’intervento – ha spiegato la restauratrice Roberta Beltrame – è stato possibile rimuovere il velo bianco delle efflorescenze saline che compromettevano la leggibilità stessa dell’opera, coprendo quasi interamente la superficie pittoricaK. Una attenta e puntuale campagna diagnostica ha preceduto le operazioni di restauro, «offrendo importanti elementi conoscitivi sia sullo stato conservativo del manufatto che sulla tecnica esecutiva – ha aggiunto l’esperta – e permettendo di rilevare ritocchi e tracce di due precedenti restauri con l’uso della fluorescenza ultravioletta». In particolare nel cielo dipinto da Mengs «sono emerse in maniera distinta numerose figure di santi e di sante prima quasi invisibili e l’immagine chiara e definita della Trinità e della Madonna».

A conclusione dell’intervento di restauro un nuovo impianto di illuminazione, studiato ad hoc per valorizzare l’opera, è stato generosamente offerto dalla comunità parrocchiale.

10 giugno 2019