A Santa Maria Josefa il 19 febbraio arriva il Papa

Nella parrocchia di Ponte di Nona Francesco incontrerà giovani, malati, famiglie e operatori Caritas. Quindi le confessioni e la Messa

Nella parrocchia di Ponte di Nona Francesco incontrerà giovani, malati, famiglie e operatori Caritas. Quindi le confessioni e la Messa. La visita numero 13 nella sua diocesi

Proseguono le visite pastorali di Papa Francesco nelle parrocchie della periferia di Roma. Domenica 19 febbraio, alle 16, il pontefice incontrerà la comunità parrocchiale di Santa Maria Josefa del Cuore di Gesù, a Ponte di Nona, estrema periferia est della Capitale, dove sarà accolto dal cardinale vicario Agostino Vallini. È la tredicesima visita di Francesco in una parrocchia della diocesi di Roma, la seconda in poco più di un mese: il 15 gennaio scorso, infatti, il Papa ha visitato Santa Maria a Setteville, nel Comune di Guidonia. Il programma prevede, subito dopo l’arrivo del Santo Padre, un incontro con i giovani nel teatro parrocchiale, poi con i malati, quindi con le famiglie e gli operatori del centro Caritas. Prima di presiedere la Messa, Francesco confesserà alcuni parrocchiani.

Grande emozione è palpabile nella comunità che già il 16 dicembre 2001 ricevette la visita di san Giovanni Paolo II, il quale celebrò la Messa e fece dono di un prezioso crocifisso, posto sull’altare, e di una tela raffigurante “La Pietà”. L’attuale parroco, don Francesco Rondinelli, ha assunto l’incarico solo 5 mesi fa. Poco prima di Natale il cardinale vicario Agostino Vallini gli ha comunicato la notizia di questa inaspettata quanto preziosa visita. «Ogni parroco sogna che la sua comunità riceva la visita del Santo Padre ma non ci avrei mai sperato, mi sembrava un desiderio impossibile da realizzare, tanto meno a pochi mesi dalla mia nomina – afferma –. Quando il cardinale mi ha chiamato, hanno iniziato a tremarmi le gambe e ho provato una gioia difficile da esprimere a parole». Diversa, ma altrettanto gioiosa, la reazione della comunità parrocchiale che, alla notizia, ha impiegato qualche istante prima di assimilare l’annuncio di don Francesco. «Per qualche secondo mi hanno guardato ammutoliti – racconta – poi è esplosa la gioia. L’aspetto che più mi ha commosso è che tutti, anche chi ha qualche piccolo acciacco fisico, si sono messi subito a disposizione e hanno offerto il loro aiuto per preparare un’accoglienza perfetta».

Santa Maria Josefa del Cuore di Gesù è una chiesa di recente costruzione dedicata a Maria Josefa Sancho de Guerra, fondatrice della congregazione delle Serve di Gesù della Carità, canonizzata da san Giovanni Paolo II il 1° ottobre 2000. La prima Messa è stata celebrata dall’allora cardinale vicario Camillo Ruini il 27 gennaio 2001. Il parroco e il vice parroco, don Luca Bazzani, hanno entrambi assunto l’incarico da pochi mesi, dopo che padre Angelo de Caro aveva guidato la comunità per 16 anni. Nel cuore del quartiere Ponte di Nona, a due passi dal centro commerciale Roma Est, la parrocchia si trova tra due ali di palazzine popolari tutte tinteggiate con diversi colori. Su 6.500 famiglie, la maggior parte composte da giovani coppie con bambini piccoli, un terzo vive nelle case popolari. Poco più di 200 i bambini del catechismo che frequentano assiduamente la parrocchia, dotata di campi da calcio e di basket. Desiderio del parroco è quello di avviare al più presto l’oratorio e corsi di teatro. «Sono cresciuto negli oratori e so quanto siano importanti per la formazione di un adolescente – spiega -. Vorrei poi organizzare dei corsi di teatro per giovani e adulti per renderli più partecipi e protagonisti. Abbiamo un teatro bellissimo, attrezzato al meglio, che può ospitare 200 persone, ma rimasto fino ad oggi inutilizzato».

Don Francesco al momento si sta concentrando sulla conoscenza delle famiglie e delle problematiche del quartiere. Non ha apportato molti cambiamenti ad eccezione dell’orario di apertura mattutino. Da poco, infatti, la chiesa è aperta anche dalle 10 alle 12 martedì, giovedì e sabato. «Padre Angelo era da solo e, se doveva sbrigare qualche commissione, non poteva tenere aperta la chiesa al mattino – dice -. Noi ci stiamo provando ma, per il momento, la comunità si riunisce la sera e nei fine settimana». Vanto della parrocchia è il centro Caritas dove una ventina di volontari in «modo encomiabile» distribuiscono pacchi viveri ad oltre 200 famiglie per un totale di 600 persone. «Il tasso di povertà è molto alto nel quartiere – prosegue -, non c’è lavoro e noi facciamo il possibile».

15 febbraio 2017