A Santa Lucia la preghiera contro la tratta

La veglia ecumenica presieduta dal vicegerente Reina, organizzata dalla rete Talitha Kum con l’Usg. L’invito a «ritrovarsi all’esterno per fare qualcosa insieme»

Non è mancata la preghiera per le vittime del devastante terremoto al confine tra Turchia e Siria nella veglia ecumenica svoltasi ieri sera, 6 febbraio, nella parrocchia di Santa Lucia, in occasione della IX Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone che si celebra l’8 febbraio, memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita. «Chiediamo al Signore tanta forza per quei popoli che si trovano nel lutto e nella disperazione. Dalle immagini trasmesse in televisione possiamo vagamente immaginare quello che stanno soffrendo», ha detto il vicegerente Baldo Reina che ha presieduto il momento di preghiera. Strutturato come una sorta di “pellegrinaggio interiore” in quattro tappe, l’incontro è stato organizzato dalla rete internazionale Talitha Kum con le Unioni delle superiori e dei superiori generali (Usg).

 Animata dai giovani della rete antitratta giunti a Roma ieri da tutti i continenti, la veglia, in italiano e in inglese, è ruotata attorno al tema della giornata “Camminare per la dignità”. Una dignità negata alle bambine obbligate a contrarre matrimonio, agli adolescenti schiavizzati per alimentare il mercato della pedopornografia, alle persone tratte in inganno e costrette a subire operazioni chirurgiche per alimentare il mercato illegale dei trapianti. Una dignità privata alle donne costrette a prostituirsi come Marta Castano Torres, Xiuli Guo e Yan Rong Li, le tre donne uccise lo scorso novembre a Prati, non lontano dalla parrocchia di Santa Lucia. Per ogni forma di schiavitù è stata letta una breve testimonianza, accompagnata dall’invito a camminare insieme verso il superamento dell’individualismo, per scoprire la forza del “noi”. Proprio sulla forza innescata dall’operare “insieme” si è concentrata la meditazione del vescovo Reina. «Sarebbe bello se riuscissimo a fare qualcosa insieme – ha detto -, a prendere un impegno nella nostra città dove sono tantissime le forme di povertà, di sfruttamento, di gente che si approfitta dei più piccoli e degli indifesi».

veglia contro la tratta, santa lucia, don baldo reina, don zenobbi, 6 febbraio 2023All’incontro ecumenico hanno partecipato padre Fabio Baggio, sottosegretario del dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento, il parroco di Santa Lucia don Alessandro Zenobbi, l’arcivescovo anglicano Ian Ernest, rappresentante dell’arcivescovo di Canterbury presso la Santa Sede, e don Nico Strugaro della chiesa ortodossa romena San Demetrio. Una unità di preghiera «bella e importante», per il vescovo Reina, secondo il quale però «sarebbe più bello» non fermarsi all’orazione ma «ritrovarsi all’esterno per fare qualcosa insieme. In un mondo indifferente a tutto – ha detto – sarebbe una bella testimonianza». Dal presule, ancora, un accorato invito a far sì che quella di ieri non resti una veglia «fine a se stessa, al termine della quale si esce dalla chiesa tutti divisi», ma stimoli a ritrovare la «strada dell’insieme, perché in questo momento così critico per la società non possiamo permetterci il lusso di procedere per strade separate». Un invito al quale è seguito l’appello a farsi avanti subito, a rendersi immediatamente disponibili affinché «la preghiera si trasformi in impegno concreto».

veglia contro la tratta, santa lucia, don baldo reina, don zenobbi, 6 febbraio 2023Durante le quattro tappe della veglia sono stati accesi quattro ceri per ricordare che «la fiamma della dignità resta sempre accesa, anche in condizioni disumane», e sono stati intrecciati tra i banchi fili di lana colorati a simboleggiare una rete intessuta per contrastare la tratta: «Reti di operatori di pace, di giustizia e di cura». Don Alessandro Zenobbi ha spiegato che la veglia contro la tratta è stata inserita nel mese per la vita che da anni si celebra in parrocchia nel mese di febbraio. «Preghiamo per la vita in tutte le sue dimensioni – ha detto -. Il primo appuntamento è stato dedicato alla vita consacrata, poi abbiamo riflettuto sulla vita riscattata con le testimonianze di un rifugiato politico e di due famiglie ucraine ospitate a Roma. Quindi la vita nascente, con la benedizione delle mamme in attesa. Pregheremo anche per i malati, per gli innamorati, per i carcerati. Abbiamo creato anche una rete di preghiera che resta “connessa” ogni giorno con 4 intenzioni particolari, una a settimana: la vita che nasce, la vita che si realizza, la vita che non si apprezza e la vita al suo tramonto».

7 febbraio 2023