A San Policarpo nasce la Sartoria Etica

Luogo di formazione professionale e di incontro, ha come tutor molte anziane sole del quartiere. Inaugurazione con il vescovo Ambarus e il minisindaco Laddaga

Luogo di formazione professionale per donne in cerca di lavoro e di incontro per signore sole che hanno voglia di condividere il proprio tempo e il proprio sapere. Un circolo d’amore realizzato nella parrocchia San Policarpo, all’Appio, nei cui locali ieri pomeriggio, 9 maggio, è stata inaugurata la Sartoria Etica a servizio della XX prefettura. “Etica” perché attenta alla sostenibilità ambientale ma soprattutto alle donne che la frequenteranno. Sarà aperta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e, a turno, ospiterà aspiranti sarte su quattro postazioni.

Nata da un’idea del Centro di ascolto della Caritas parrocchiale, l’iniziativa risponde alla richiesta di occupazione da parte di donne, la maggior parte di origine bengalese. Per aiutarle bisognava superare degli ostacoli. Principalmente quello linguistico, dato che non parlano l’italiano, e poi il fatto che la loro cultura non consente loro di lavorare in luoghi frequentati da uomini. Ma hanno una tradizione di artigianato tessile. Da qui l’idea della sartoria che, come tutti i «progetti nati nell’ottica dell’inculturazione e della convivenza, permette ai cittadini stranieri di dare il meglio per se stessi e per noi», ha detto il vescovo Benoni Ambarus, delegato diocesano per la diaconia della carità, presente al taglio del nastro.

Rivolgendosi anche a Francesco Laddaga e Adriana Rosasco, rispettivamente presidente e assessore del VII municipio, il vescovo ha assicurato che, se le donne che frequenteranno la sartoria «dovessero appassionarsi, volessero avviare un’attività, se il municipio riuscisse a trovare i locali, l’Officina delle opportunità della Caritas potrebbe erogare un finanziamento iniziale per una startup affinché questo avvenga. Però ci vuole il concorso di tutti», ha rimarcato. «Nei limiti del possibile, come amministrazione ci siamo», ha affermato Laddaga, per il quale la Sartoria Etica è «un segnale bellissimo e un eccellente esempio di apertura al territorio da parte della comunità parrocchiale. Parla di inclusione, di solidarietà, di inserimento lavorativo». Il senso dell’accoglienza «è nel dna della comunità di San Policarpo, il cui unico desiderio è andare incontro alle esigenze di tutti», ha sottolineato il parroco don Claudio Falcioni il quale ha spiegato che il progetto è stato possibile anche «grazie alla generosità di chi ha donato le macchine da cucire, i tessuti e tutto l’occorrente».

Al momento le iscritte sono due donne italiane e cinque bengalesi. «Altre due – ha spiegato Cristina Cinardi, coordinatrice del Centro di ascolto della Caritas parrocchiale – stanno già frequentando un corso di taglio e cucito promosso dalla Chiesa Valdese. Lì apprendono i fondamenti della sartoria e qui li mettono in pratica». Un progetto nato «grazie a un lavoro di squadra che al momento punta alla formazione – ha aggiunto Cinardi – ma che ha l’ambizione di diventare incisivo sul territorio». Gianna Golinelli, responsabile della Sartoria, ha infine riflettuto che l’intento principale «non è quello di dar vita ad abiti sontuosi. Si vogliono realizzare kaftani, tovaglie artigianali, piccole riparazioni che possano permettere alle donne di contribuire economicamente al sostentamento della famiglia. Il solo stipendio del marito non basta». Come tutor si sono offerte molte anziane sole del quartiere. «Hanno tanto da insegnare e qui impiegheranno il loro tempo – ha concluso -. È un modo per prendersi cura gli uni degli altri».

10 maggio 2023