A San Giacomo in Augusta la Festa della Musica con Pergolesi

Lo Stabat Mater proposto dai musicisti di Santa Cecilia. Il parroco don Trappolini: «Il pensiero va alle tante mamme che oggi tengono in braccio i loro figli morti»

Lo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi, nella cornice della chiesa di San Giacomo in Augusta, nel cuore di Roma, a via del Corso. Così la parrocchia, con il concerto che si è tenuto ieri sera, si è inserita nell’ambito della Festa della Musica, celebrata il 21 giugno in tutta Europa e quest’anno dedicata alla figura del defunto presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Musica e arte, dunque, si intrecciano nei secoli, con la chiesa attuale risalente a fine ‘500 e la composizione di Pergolesi che si attesta tra il 1735 e il 1736, anno della morte dell’organista e violinista italiano, uno dei maggiori esponenti dell’epoca barocca e della Scuola musicale napoletana. La composizione, suddivisa in 12 numeri musicali, è stata eseguita dal soprano Désirée Giove e dal contralto Federica Tuccillo, con l’orchestra d’archi del Conservatorio di Santa Cecilia e la direzione del maestro Ymar Caguing.

«La musica è unione, è vita e quando si accosta al sacro diventa una luce che illumina le nostre vite soprattutto nei momenti più bui e drammatici, come quelli che stiamo vivendo tra pandemia, conflitti e crisi», racconta il parroco don Giuseppe Trappolini. «Lo Stabat Mater – spiega con un filo di commozione che a tratti blocca la sua voce – ha un significato particolare perché penso alle tante mamme che oggi, proprio per le guerre o la pandemia, vivono il dramma di tenere in braccio i propri figli morti, come fece la Vergine». La musica di Pergolesi, dunque «dal ‘700 a oggi diventa attuale, ma ascoltarla non rattrista, semmai ci dà la speranza di perseguire il bene nelle nostre vite». Una musica, poi, che è sinonimo di accoglienza, condivisione. Guai, infatti, a parlare di “parrocchia di passaggio” con don Trappolini: «L’unico passaggio è quello dei turisti che diventano pellegrini venendo qui. Siamo una parrocchia che accoglie» e momenti di musica e cultura come quello di ieri sera, riflette, «servono proprio per ribadire l’accoglienza a cui è chiamata la Chiesa».

Una Chiesa, dunque, «in uscita, ma allo stesso tempo in entrata», come racconta Monica Strazzari, storica parrocchiana, tra gli organizzatori dell’evento. Innanzitutto “in uscita” per incontrare e dialogare con le realtà del quartiere, proprio come il Conservatorio di Santa Cecilia, che si trova a poche decine di metri dalla chiesa e fa parte del suo territorio parrocchiale. «Siamo “usciti” per incontrare e invitare chi stasera suona, ma siamo anche “in entrata” per far venire fedeli, turisti, anche semplici curiosi». Inoltre, spiega Strazzari, nonostante la realtà sia quella di una parrocchia così centrale, «ci sono tanti parrocchiani d’adozione, che da altre zone di Roma vengono qui per le bellezze storiche e architettoniche, per la nostra storia e finiscono per affezionarsi e ovviamente ormai sono parte integrante della nostra famiglia».

La Festa della Musica 2022 quest’anno ha coinvolto, soltanto in Italia, 781 città con oltre 36mila artisti e musicisti in totale. Tutto nasce nel 1982 in Francia, per poi espandersi tre anni più tardi con l’Anno europeo della Musica, fino all’anno della svolta, il 2016, quando in Italia, grazie all’Associazione italiana per la promozione della Festa della Musica e alla presenza istituzionale del ministero dei Beni culturali, centinaia di città e paesi vi aderiscono.

22 giugno 2022