Roma in rete contro l’Alzheimer

L’incontro in occasione della Giornata mondiale. Don Salvini (Caritas Roma): «La collaborazione è importante sul piano sociale ma anche per la comunità ecclesiale»

Quando la nebbia della demenza senile confonde e cancella i ricordi «sono primariamente l’amore e la tenerezza che tengono il paziente legato agli affetti e alla vita». Lo ha sottolineato Marco Trabucchi, presidente dell’Associazione italiana di psicogeriatria, intervenendo sabato mattina, 24 settembre, ad “Alzheimer in rete”. L’iniziativa, promossa dalla Caritas diocesana di Roma in collaborazione con la cooperativa sociale “San Saturnino” e le associazioni “Alzheimer Uniti Roma” e “Telefono d’Argento“, è stata aperta dalla Fanfara dei Carabinieri e ha avuto luogo nel parco antistante l’Auditorium Parco della musica, ai Parioli, in occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer, che ricorre il 21 settembre.

«L’Alzheimer è una malattia che porta alla morte – ha spiegato Trabucchi – ma ci sono molte fasi nelle quali è possibile dire che la vita continua e vince sulla malattia se la logica che caratterizza il nostro modo di guardare le persone malate è quella dell’amore, che non fa sparire la malattia ma ne rallenta l’evoluzione», perché «anche il paziente più malato percepisce una carezza e un sorriso». Allora «l’amore deve caratterizzare non solo il rapporto tra malato e familiare – ha continuato l’esperto – ma anche quello con i medici e gli operatori affinché il volto della medicina sia quello che dice “Io non ti lascerò mai solo”, evitando l’apatia del paziente». Per farlo, «servono una grande sensibilità e l’attenzione ai bisogni del paziente, con la consapevolezza che il dolore va curato sempre, in tutti i modi, perché ogni persona ha diritto a non soffrire, anche quella che fa più fatica ad esprimersi», ha concluso Trabucchi.

Del ruolo «di chi vive accanto al paziente malato di Alzheimer» ha parlato Luisa Bartorelli, direttore del Centro Alzheimer della Fondazione Roma, mettendo in luce «l’importanza della formazione del caregiver – che le statistiche ci dicono essere prevalentemente donne, mogli e figlie dei malati – perché si tratta di una malattia che ha bisogno di specificità». Ancora, l’esperta ha guardato al modello delle «”comunità amiche”, ossia di realtà territoriali nelle quali la popolazione è sensibilizzata rispetto alla patologia e questo contro lo stigma, per evitare la vergogna dei malati e delle loro famiglie». Anticipando che un progetto in tal senso si sta sviluppando nel quartiere della Garbatella, «che è ben strutturato e definito e dove si coglie un senso di appartenenza», Bartorelli ha ricordato come «nelle persone malate di Alzheimer, disappropiate della loro memoria e via via anche del linguaggio, insorgono dei disturbi del comportamento rispetto ai quali influisce l’ambiente, che viene percepito come cattivo e minaccioso», da qui «l’importanza dell’accoglienza in una realtà che è comunità». La necessità di vicinanza anche per i familiari dei pazienti malati di Alzheimer, «che hanno bisogno di aiuto e di risposte per non cadere in uno sconforto esistenziale», è stato il fulcro dell’intervento dello psichiatra e psicanalista Salvatore Malizia, che ha evidenziato come «la malattia tocca l’intera storia familiare della persona e per questo si tratta di aiutare a organizzare l’assistenza al malato, che cambia completamente la vita della famiglia».

A margine dell’evento, che ha previsto anche dei laboratori didattici per le persone anziane e attività musicali, don Paolo Salvini, vicedirettore della Caritas di Roma, ha commentato positivamente «la presenza oggi qui di una rete di realtà perché la collaborazione è importante sul piano sociale», evidenziando «l’importanza di tenere viva l’attenzione anche della comunità ecclesiale rispetto ad alcune fragilità, come quella della demenza senile, quale segno di una Chiesa attenta a chi vive queste fatiche».  Anche Salvatore Grammatico, responsabile del Centro diurno per persone con Alzheimer e demenze “Casa Wanda”, promosso dalla Caritas di Roma e finanziato con i fondi 8xmille, ha sottolineato l’importanza di «non far sentire soli e trasmettere il messaggio che c’è sempre qualcosa che si può fare».

A titolo personale, era presente all’evento anche la senatrice Paola Binetti, che ha ribadito come «una priorità del governo dovrà essere quella di guardare agli anziani in termini umani, prendendosi cura di loro e delle loro necessità, stando loro accanto per garantire dignità, che è la cifra della nostra civiltà».

26 settembre 2022