A Parigi la Conferenza internazionale su Gaza

Il presidente francese Macron: «Lavorare per un cessate il fuoco». Il ministro degli Esteri italiano Tajani: «Aiutare i palestinesi. I palestinesi non sono Hamas». L’Italia ha già inviato una nave con forniture sanitarie, «poi invieremo un ospedale militare»

Si è aperta con un forte appello del presidente francese Emmanuel Macron a lavorare per un cessate il fuoco la Conferenza internazionale umanitaria dedicata alla Striscia di Gaza, questa mattina, 9 novembre, a Parigi. «Nell’immediato, è sulla protezione dei civili che dobbiamo lavorare – ha insistito il padrone di casa -. Per questo abbiamo bisogno di una pausa umanitaria molto rapida e dobbiamo lavorare per un cessate il fuoco». A 33 giorni dall’inizio del conflitto, con l’attacco lanciato da Hamas contro Israele il 7 ottobre, questo «deve diventare possibile».

Presente all’Eliseo, con i rappresentanti di circa 80 Paesi e organizzazioni umanitarie internazionali, anche il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, che ha ribadito la necessità di aiutare il popolo palestinese – «I palestinesi non sono Hamas. Hamas è un’altra cosa» -, fermo restando «il diritto di Israele di difendersi». Sugli aiuti a Gaza, ha sottolineato il titolare della Farnesina, «l’Europa ha già mandato un messaggi chiaro», anche attraverso il G7 di Tokyo, ieri, 8 novembre. L’Italia, da parte sua, «ha già inviato una nave» con forniture sanitarie, partita da Civitavecchia: «Una nave militare per aiutare a curare i feriti. Poi – ha anticipato il ministro –  invieremo un ospedale militare». Su quest’ultimo punto, «stiamo discutendo con le autorità americane ed egiziane».

Non solo. Tajani ha ribadito la disponibilità dell’Italia, «in collaborazione con i nostri amici negli Emirati Arabi Uniti», ad accogliere «alcuni minori palestinesi che necessitano di essere ricoverati in ospedale. Dobbiamo impiegare tutti i mezzi possibili – ha aggiunto – per evitare una crisi umanitaria a Gaza e l’Italia è pronta a fare la sua parte. Abbiamo inviato i primi due voli di aiuti umanitari a Gaza ad Al-Arish. Abbiamo in programma di rafforzare ulteriormente le nostre attività umanitarie», ha assicurato.

L’obiettivo della conferenza convocata da Macron è, in concreto, sbloccare gli aiuti umanitari verso la Striscia, la cui consegna è diventata quasi impossibile a causa dei bombardamenti di Israele, che non partecipa ai lavori. Il presidente francese comunque ha parlato martedì scorso, 7 novembre, con il premier Benjamin Netanyahu e, secondo fonti della presidenza francese, tornerà a parlargli al termine della riunione. Sentiti da Macron anche il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sissi e l’emiro del Qatar Tamim ben Hamad Al-Thani ma a Parigi i Paesi arabi non sono rappresentanti al più alto livello. L’Autorità palestinese ha inviato il suo premier e l’Egitto, che controlla il valico di Rafah, è rappresentato da una delegazione ministeriale.

La Francia da parte sua, ha annunciato il presidente, stanzierà quest’anno 80 milioni di euro supplementari in aiuti umanitari per le popolazioni palestinesi, raggiungendo un totale di 100 milioni di euro per il 2023. Per la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il passaggio degli aiuti attraverso il valico di Rafah con l’Egitto «è la priorità», ma bisogna esaminare anche «altri punti di passaggio». Di questo, ha detto, si sta parlando con Cipro – lo Stato membro dell’Ue più vicino alla Striscia di Gaza, circa 200 miglia nautiche -, ipotizzando la creazione di un corridoio umanitario marittimo.

Netta la posizione del primo ministro dell’Autorità palestinese Mohammad Shtayyeh, che ha chiesto non la tregua umanitaria ma la fine della guerra. «A che cosa serve fornire un pasto a un bambino che poi morirà il giorno dopo? Ogni giorno vengono uccisi 6 bambini e 4 donne a Gaza», ha ricordato. Dall’altra parte del fronte, un responsabile militare di Israele, il colonnello Moshe Tetro, responsabile dell’organismo del ministero della Difesa israeliano che supervisiona le attività civili nei territori palestinesi, ha affermato proprio questa mattina che «non c’è crisi umanitaria nella Striscia di Gaza», pur riconoscendo le «numerose difficoltà» a cui fanno fronte i civili nel territorio palestinese. Israele, ha detto, «facilita l’inoltro di aiuti umanitari», anche se «sappiamo – ha aggiunto – che la situazione civile nella Striscia di Gaza non è facile».

Intanto, tredici ong invocano un «cessate il fuoco immediato», chiedendo di «garantire l’accesso degli aiuti a Gaza e il rispetto del diritto internazionale umanitario». La conferenza di Parigi punta, tra l’altro, a coordinare gli aiuti al livello internazionale e a «mobilitare tutti i partner e contributori per rispondere a questi bisogni» che, secondo le stime dell’Onu, ammontano a 1,2 miliardi di dollari fino al 2023.

9 novembre 2023