A Palazzo Massimo l’arte “si fa pop”

Un’esposizione che documenta in chiave ironica questioni dibattute sulle relazioni tra originale e copie. L’ispirazione nell’opera di Giovanni Volpato

La mostra “Il classico si fa pop di scavi, copie e altri pasticci” documenta in chiave ironica questioni delicate e dibattute sulle relazioni tra originale e copie e la nascita del souvenir nel ‘700, degenerato in età contemporanea in “pasticci”, la ben nota paccottiglia presente nelle bancarelle nei pressi di importanti siti culturali e monumenti. Nonostante  la profondità dei contenuti, l’esposizione è volutamente caratterizzata da una chiarezza narrativa e dal ricorso a una tecnologia multimediale in grado di affascinare e incuriosire non solo occasionali visitatori, ma anche i più esperti, data la raffinatezza dello stile. Trae ispirazione da una scoperta archeologica: il ritrovamento nell’autunno del 2010, in via Urbana 152, della fabbrica di biscuit di Giovanni Volpato.

Volpato, con un passato di incisore, si trasferì a Roma nel ‘700 in un periodo di fervore culturale, animato dalla scoperta delle città di Pompei ed Ercolano, che attiravano numerosissimi visitatori stranieri, incantati dalle meraviglie paesaggistiche e storico-archeologiche del Bel Paese.  Intellettuali, scrittori e poeti, provenienti dal resto d’Europa effettuavano viaggi che duravano almeno un anno, il cosiddetto Grand Tour, innamorandosi a tal punto delle città e luoghi conosciuti da restare a soggiornare in essi per anni, come Goethe che divenne romano d’adozione, o da tornare in patria col desiderio di portare con sé un oggetto, un manufatto, che ricordasse loro, materialmente, quanto apprezzato. Sorsero allora diverse botteghe di artigiani che crearono manufatti differenti a seconda del rango e delle esigenze dei compratori e committenti.

Volpato ebbe il merito di riprodurre nella sua fabbrica, servendosi dell’elegante ceramica biscuit, opere celebri come il Galata morente. Nella sua bottega ebbe acquirenti illustri come Gustavo III di Svezia, a Roma nel settembre del 1783. Il re acquistò dodici statue antiche, tra cui un Apollo circondato dalle nove Muse, replicando a Stoccolma l’assetto della spettacolare Sala delle Muse del Museo Pio-Clementino. Anche l’imperatrice Caterina II di Russia, illuminata cugina del re Gustavo e amante delle arti, acquistò la serie di ventisei tavole riproducenti le Logge Vaticane di Raffaello, incise e acquarellate da un’équipe guidata da Volpato nella reggia di San Pietroburgo.

Ideatore del “souvenir a tema classico”, Volpato sollecita dunque nuove riflessioni sulla “popolarizzazione dell’arte classica”, erroneamente considerata unica e irripetibile. L’allusione alla pop art nel titolo della mostra, all’arte seriale (si pensi alle opere di Andy Warhol),  è una chiave di lettura della produzione artistica nel mondo greco e romano. Serialità, imitazione e ispirazione erano pratiche diffuse nelle officine scultoree della Grecia classica, della tarda Repubblica e dell’Impero romano dove, formalmente e iconograficamente, si riproducevano opere create in Grecia secondo un criterio di decorum (adeguatezza ai contesti o alle esigenze dei committenti). Il “Discobolo” e l’ “ermafrodita dormiente” ne offrono ottimi esempi.

Si precisa che la mostra è allestita solo in alcune sezioni del museo, le cui collezioni si distribuiscono su quattro piani (dall’evoluzione del ritratto romano agli affreschi, stucchi e mosaici, decorativi di prestigiose residenze romane, tra cui la villa di Livia, alla numismatica e oreficeria). La mostra prosegue idealmente nella Crypta Balbi.

Il classico si fa pop di scavi, copie e altri pasticci c/o Palazzo Massimo, largo di Villa Peretti 2. Fino al 07/04/ 2019. Curatori: M. Serlorenzi con M. Barbanera e A.Pinelli. Catalogo Electa. Orari: dal martedì alla domenica 9.30-19.30. Biglietti: accesso a una singola sede del museo nazionale romano € 10;€ 13 in occasione di mostre; combinato (valido 3 giorni) Palazzo Massimo, Palazzo Altemps, Crypta Balbi, Terme di Diocleziano € 12; € 15 in occasione di mostre in uno dei siti del circuito. Il Museo aderisce alla settimana  gratuita dei musei e dei luoghi della cultura, prevista dal 5 al 10 marzo 2019.

8 marzo 2019