A Ostia i seminaristi del Maggiore nella sala slot sottratta agli Spada

L’incontro nell’ambito della missione popolare nei centri Caritas, nel giorno della sentenza che ha riconosciuto per il clan l’associazione mafiosa

«Uno spazio sottratto alla filiera del denaro e della criminalità, a chi estrae profitto dal corpo vivo delle persone. Uno luogo che, restituito alla città, è diventato un riferimento importante per chi ogni giorno si impegna per affermare la giustizia». Carlo Cefaloni, redattore di Città Nuova e referente della rete “Slot Mob”, ha accolto così gli studenti del Seminario Romano Maggiore nella sala slot “Gala games” di Ostia.

Lo scorso 24 settembre era un giorno particolare per il litorale romano: i magistrati hanno condannato all’ergastolo i vertici del clan Spada riconoscendo nella sentenza il metodo mafioso. Negli stessi istanti, mentre i giudici si pronunciavano, i seminaristi del secondo anno erano in uno dei luoghi simbolo del potere criminale: una sala giochi situata in via Carlo del Greco, che oltre all’azzardo era un centro per le estorsioni, l’usura e la prostituzione di proprietà del boss Carmine “Romoletto” Spada. L’incontro è inserito nell’ambito della missione popolare dei seminaristi nei Centri della Caritas. Per dieci giorni, accolti alla Cittadella della carità, i ragazzi prestano servizio nelle mense e nelle comunità di accoglienza, alternando al lavoro anche momenti di approfondimento e visite per conoscere, attraverso incontri con esperti, alcune problematiche della città: le nuove povertà, l’immigrazione, la legalità, l’azzardo.

L’incontro si è svolto in un centro dell’azzardo che per scopo didattico è stato lasciato inalterato: le “macchinette mangiasoldi” con i loro colori sgargianti, le pubblicità, la sala fumatori e anche il privé dove avvenivano i traffici più loschi. Sequestrato nel gennaio 2018, il locale è stato riaperto nel giugno successivo come centro di contrasto al gioco d’azzardo patologico, per consentire dei laboratori esperienziali rivolti ai giovani, grazie al progetto “Game over”, che vede la stretta collaborazione tra il Tribunale di Roma, la Regione Lazio e l’Ipab Asilo Savoia.

Ad accompagnare i giovani, oltre a Cefaloni, sono stati il giornalista di Avvenire Toni Mira, il diacono Massimo Soraci, vicedirettore della Caritas, e Anna Riglioni, che coordina il progetto “Game over”. «I parroci – ha detto Mira – spesso sono la prima “ciambella di salvataggio” per i giocatori patologici. A loro si rivolgono i parenti quando scoprono la malattia e i problemi finanziari che questa ha causato. I sacerdoti sono i veri “sensori” di questo fenomeno patologico; è quindi molto importante approfondire questi aspetti anche tra coloro che si stanno preparando a una scelta di servizio».

La visita è proseguita poi in via dell’Idroscalo, nella Palestra della Legalità. Anche questo un luogo simbolico. Una grande palestra ricavata in un immobile che era il “polo dell’automobile” – stazione di servizio, meccanici, autoricambi – a disposizione della criminalità. Frutto del programma Talento & Tenacia dell’Ipab Savoia, è ora un luogo di sport, formazione e lavoro che accoglie oltre mille iscritti, 300 dei quali in modo gratuito, appartenenti a famiglie in situazione di difficoltà economica, segnalati dalle parrocchie di Ostia.

«È una realtà bellissima quello che c’è adesso nei luoghi sequestrati alla mafia degli Spada», ha detto il vescovo Gianpiero Palmieri, delegato per la carità nella diocesi, commentando la visita nel giorno della sentenza. «I beni sequestrati agli Spada – ha sottolineato -, e speriamo anche a tutte le altre organizzazioni criminali, possono diventare luoghi didattici bellissimi, proprio per creare una mentalità civica diversa».

26 settembre 2019