A Mariupol sequestrato un convoglio umanitario

Forze russe nella zona urbana della città dove, secondo il presidente ucraino, sono intrappolate ancora 100mila persone. Zelensky chiede il rilascio degli 11 autobus vuoti bloccati i a 15 km dal centro, per impedire l’evacuazione dei civili. Dall’inizio dell’invasione, morti 112 bambini

La denuncia del presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivata con un messaggio nella notte, poche ore dopo il discorso al Parlamento italiano: le forze russe hanno sequestrato un convoglio umanitario di 11 autobus vuoti diretto a Mariupol per portare in salvo gli ucraini in fuga dalla città, facendo «prigionieri» gli autisti dei mezzi e diversi operatori dei servizi di emergenza. L’obiettivo: impedire l’evacuazione dei civili. Kiev, assicura Zelensky, sta «facendo di tutto per liberare la nostra gente».

Nella città portuale ormai «in rovina», denuncia, sono ancora intrappolate 100mila persone che ora «affrontano la fame sotto costanti bombardamenti russi». Anche Human Rights Watch conferma che Mariupol è «un gelido paesaggio infernale, ricoperto di cadaveri e di edifici distrutti», come la descrivono le testimonianze di diversi residenti che sono riusciti a fuggire. Nell’analisi offerta da un funzionario locale, «è chiaro che gli occupanti non sono interessati alla città di Mariupol, vogliono raderla al suolo, ridurla alla cenere di una terra morta». La richiesta di Zelensky è che la Russia consenta corridoi umanitari sicuri. Anche per la giornata di oggi, 23 marzo, sono previsti infatti 9 corridoi per l’evacuazione dei civili ma nessuno di questi riguarda Mariupol, dove, ancora le parole del presidente ucraino, i civili stanno affrontando «condizioni disumane, senza cibo né acqua né medicine». Sono comunque 7mila, riferisce Zelensky, le persone fuggite dalla città nelle ultime 24 ore. Intanto, secondo fonti del Pentagono, «gli ucraini stanno lottando molto duramente per non far cadere la città».

Il vice primo ministro dell’Ucraina Iryna Vereshchuk, citata da diversi media internazionali, conferma che non c’è accordo con Mosca per stabilire un corridoio sicuro dal cuore di Mariupol. E sui social fornisce maggiori dettagli sul sequestro del convoglio umanitario. «Le forze di occupazione – spiega – hanno violato l’accordo e non hanno permesso agli autobus di evacuare i residenti di Mariupol dal villaggio di Nikolske e dal villaggio di Melekino. Ci sono undici autobus – ha aggiunto – e due veicoli del servizio di emergenza statale che sono stati sequestrati a un posto di blocco russo all’ingresso della città di Mangush e portati via in una direzione sconosciuta. Gli occupanti hanno anche preso in ostaggio 4 ufficiali del servizio di emergenza e 11 autisti. Chiediamo al Comitato internazionale della Croce Rossa e alle Nazioni Unite di fare tutto ciò che è urgente affinché la nostra gente sia liberata immediatamente», conclude.

Intanto nella notte è stato bombardato anche un ponte a Chernihiv, a 130 chilometri da Kiev, ritenuto cruciale per portare aiuti umanitari ed evacuare i civili. Lo riferisce The Kyiv Independent e ne riporta la notizia su Telegram, questa mattina, il consigliere del ministro dell’interno ucraino Anton Gerashchenko, citando la conferma del capo dell’amministrazione statale regionale di Chernihiv Vyacheslav Chaus. E la Cnn ha geolocalizzato un video che mostra il lancio di missili verso l’Ucraina da una nave situata al largo della costa della Crimea, a ovest della città di Sebastopoli, confermando in qualche modo quanto dichiarato lunedì 21 marzo in un briefing il portavoce del pentagono John Kirby, vale a dire la registrazione di un aumento dell’attività navale nel Mar Nero settentrionale.

Sullo sfondo, aleggia la paura della minaccia nucleare, di cui è tornato a parlare, in un’intervista alla Cnn, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. «L’operazione militare speciale in Ucraina sta procedendo chiaramente secondo piani e compiti prestabiliti», ha affermato, chiarendo che fin dall’inizio «nessuno pensava che un’operazione militare speciale in Ucraina avrebbe richiesto un paio di giorni». In Russia, «abbiamo un concetto molto chiaro di sicurezza nazionale» che prevede l’uso di armi nucleari «solo in caso di minaccia alla sua stessa esistenza», ha chiosato. Parole che l’ambasciatore ucraino in Italia Yaroslav Melnyk, intervistato da Sky Tg24, ha immediatamente definito «da irresponsabili. Usare le armi nucleari sarebbe tragico – è la sua analisi – non solo per l’Ucraina ma per tutto il mondo. Ma non possiamo escludere niente in questa situazione. Noi non abbiamo attaccato alcun Paese, noi difendiamo solo la nostra terra». Quindi, a proposito degli interventi di Papa Francesco sulla crisi, ha dichiarato di «apprezzare tantissimo il ruolo della Santa Sede, le parole del Papa sull’Ucraina. Noi – ha assicurato – faremo il possibile per organizzare la visita del pontefice a Kiev ma non tutto dipende da noi. Bisogna organizzare la sicurezza; noi faremo il possibile». Prima però, ha aggiunto, bisognerebbe raggiungere un cessate il fuoco per poter garantire la sicurezza di Francesco.

Da parte russa, il ministro degli esteri Segei Lavrov sostiene che i colloqui con l’Ucraina siano complicati perché Kiev cambia continuamente le sue posizioni. Ha anche aggiunto che gli Stati Uniti non vogliono una rapida conclusione dei negoziati perché «vogliono mantenerci in uno stato di ostilità il più a lungo possibile. Quello che sta succedendo nel mondo – ha detto – non riguarda solo e non tanto l’Ucraina ma gli sforzi per creare un nuovo ordine mondiale». Della questione umanitaria Lavrov discuterà domani, 24 marzo, a Mosca con il presidente della Croce Rossa Internazionale Peter Maurier.

Nel frattempo sale il bilancio delle vittime della guerra tra i bambini, a 28 giorni dall’invasione russa iniziata il 24 febbraio: l’ufficio del procuratore generale ucraino nella sua pagina Facebook – citata dall’Agenzia Unian – parla di 112 piccoli uccisi e altri 167 feriti. I bombardamenti hanno colpito 548 strutture educative, 72 delle quali sono state completamente distrutte. «Le scuole bombardate sono più di 220; 155 gli asili nido – si legge nel post -. La situazione peggiore è nelle regioni di Donetsk, Kharkiv, Mykolaiv, Sumy, Kyiv, Kherson, Chernihiv e a Kie. Colpiti dalle bombe russe anche scuole di medicina, arti, impianti sportivi, biblioteche», aggiungono ancora dalla procura.

23 marzo 2022