A Gerusalemme atti vandalici contro la Chiesa della Dormizione
L’abbazia benedettina, sul monte Sion, imbrattata con scritte contro i cristiani. Condanna del governo. I monaci: «Preghiamo per la riconciliazione»
L’abbazia benedettina, sul monte Sion, imbrattata con scritte ingiuriose contro i cristiani. La condanna del governo. I monaci: «Preghiamo per la riconciliazione»
Nella notte tra sabato 16 e domenica 17 gennaio scritte ingiuriose contro i cristiani sono apparse sui muri dell’abbazia benedettina della Dormizione, sul monte Sion, luogo sacro per musulmani, ebrei e cristiani. “Cristiani all’inferno”, “Morte ai cristiani, nemici di Israele”, “Vendetta per gli israeliti”: così recitano alcune delle scritte, in ebraico, rinvenute da alcuni studenti dell’abbazia, il cui nome ricorda la tradizione che vuole la Vergine Maria cadere in un sonno eterno. Analoghe scritte sono state trovate anche nel vicino monastero greco-ortodosso e nel cimitero armeno.
I monaci riferiscono di come orami da tre anni ogni sabato devono sopportare raduni «aggressivi», con musica ad alto volume e canti, organizzati da ebrei radicali di destra, che si svolgono nelle immediate vicinanze della Tomba di Davide, da cui si accede al Cenacolo, non distante dall’abbazia. La zona infatti non è controllata da videocamere della polizia, come era stato invece promesso nell’estate del 2013, quando diverse autovetture del monastero erano state gravemente danneggiate e le mura imbrattate sempre con scritte razziste. Nell’estate 2014 fu dato alle fiamme il libro dei visitatori, subito dopo la visita del Papa. Nel febbraio 2015 ancora un incendio, in un edificio vicino alla chiesa.
Gratitudine, da parte della comunità monastica, «per la grandissima solidarietà di tutti i nostri amici in Israele. Come monaci dell’abbazia della Dormizione – assicurano – non cesseremo di pregare per la riconciliazione, la giustizia e la pace come anche per gli autori di questo crimine perché l’odio scompaia dai loro cuori». Nello stesso tempo, i religiosi esortano polizia e forze di sicurezza a «prendere le dovute misure contro questo crimine di odio e aumentare i controlli sul monte Sion». L’episodio infatti arriva tre settimane dopo gli atti di vandalismo contro i Salesiani del convento di Beit Gemal.
Il ministro israeliano della Pubblica sicurezza Gilad Erdan ha condannato l’accaduto e ha ordinato alla polizia di dare la priorità alle indagini sulla profanazione, assicurando «tolleranza zero contro chi danneggia i fondamenti democratici dello Stato di Israele e della libertà religiosa». Ferma anche la condanna del Patriarcato lagino di Gerusalemme. «L’unico rimedio davanti a un simile atto – si legge in una nota – è quello di controllare l’istruzione impartita nelle scuole in cui sono stati formati questi giovani, e sorvegliare chi incita all’intolleranza contro i cristiani». Per il patriarcato, «è un peccato che tali episodi di odio arrivino 50 anni dopo Nostra Aetate, che ha aperto il dialogo interreligioso tra la Chiesa cattolica e le altre religioni e una nuova pagina tra Chiesa cattolica e ebraismo. Ci auguriamo che i responsabili di questo attacco siano arrestati prima che mettano in pratica le loro minacce».