A Gaza «situazione umanitaria in leggero miglioramento»
A parlare è padre Gabriel Romanelli, parroco della parrocchia latina della Sacra Famiglia, che però denuncia: «Resta critica la situazione sanitaria, mancano medicine per malati cronici»
«Dopo l’annuncio del cessate il fuoco, la situazione a Gaza ha visto un leggero miglioramento». La testimonianza è di padre Gabriel Romanelli, parroco della parrocchia latina intitolata alla Santa Famiglia, l’unica cattolica della Striscia di Gaza, in un’intervista rilasciata ieri, 24 febbraio, all’ufficio stampa del Patriarcato latino di Gerusalemme, diffusa oggi.
Il miglioramento a cui fa riferimento il francescano riguarda in particolare gli aiuti umanitari, che «hanno aumentato l’afflusso e sono stati più organizzati. Gli aiuti alimentari, di diverso tipo, vengono ora forniti in modo efficiente poiché sono stati resi disponibili vari prodotti alimentari per soddisfare le esigenze della popolazione», aggiunge. Non solo: «Diversi piccoli negozi e bancarelle hanno riaperto, vendendo beni essenziali a prezzi inferiori rispetto al periodo precedente – riferisce -. Tuttavia, nonostante questi miglioramenti, la vita rimane costosa per molti, poiché le persone lottano con carenze finanziarie dovute alla mancanza di lavoro, rendendo difficile la situazione economica».
Si evolve in modo positivo anche la distribuzione di tende alle famiglie, che comunque «affrontano ancora gravi difficoltà. Le tende forniscono una soluzione immediata, seppur temporanea, per proteggerli dalle condizioni meteorologiche avverse che esacerbano le loro lotte quotidiane. Sebbene questi sforzi dimostrino l’impegno delle organizzazioni umanitarie – afferma Romanelli -, molte famiglie necessitano ancora di un supporto continuo per soddisfare le loro esigenze». Si spera nell’arrivo delle case mobili prefabbricate. Anche molte famiglie che hanno trovato rifugio in parrocchia «hanno provato a tornare alle loro case per valutarne i danni, effettuare riparazioni o cercare un alloggio alternativo. Tuttavia – il parroco – la maggior parte rimane in chiesa, dove continua a ricevere cure e supporto essenziali sia a livello spirituale che sociale. I preti e le suore forniscono offrono anche opportunità educative, tra cui sessioni di studio della Bibbia per piccoli gruppi e corsi educativi continui per bambini, nonostante le circostanze difficili. C’è una speranza collettiva per risorse ampliate e migliori opportunità per sostenere e far crescere queste iniziative vitali», dichiara.
A restare «critica» è la situazione sanitaria. Nelle parole del francescano di origini argentine, si registra «carenza di medicinali soprattutto per i pazienti cronici. I rapporti indicano che molti casi medici urgenti richiedono cure fuori Gaza, ma accedere a queste cure rimane estremamente difficile nelle circostanze attuali. Le sfide sanitarie – spiega – rimangono uno dei maggiori problemi che la popolazione di Gaza deve affrontare e richiedono una risposta urgente da parte delle organizzazioni umanitarie».
La Chiesa non si tira indietro e continua a fornire supporto e servizi. Solo nell’ultima settimana sono stati distribuiti aiuti a quasi 5mila famiglie da varie parti della Striscia, rende noto il parroco. Per questo serve un sostegno continuo. «Le donazioni – ribadisce – svolgono un ruolo significativo nel garantire la fornitura continua di servizi essenziali e cure per chi è nel bisogno. Sostenere la Chiesa di Gaza aiuta ad alleviare le sofferenze di molti e porta nuova speranza alle persone che sopportano queste dure condizioni».
Si tratta di una situazione ben presente nella mente e nel cuore di Papa Francesco, che anche ieri dalla sua camera al decimo piano del Policlinico Gemelli – dove è ricoverato dal 14 febbraio per una polmonite bilaterale – ha chiamato la parrocchia per esprimere «la sua paterna vicinanza», ringraziando padre Romanelli per un video di auguri ricevuto dai fedeli gazawi.
25 febbraio 2025