A Gaza oltre 400 bambini uccisi o feriti ogni giorno

La denuncia dell’Unicef, che parla anche dei più di 30 piccoli israeliani morti e delle decine in ostaggio dei miliziani di Hamas. Impennata di vittime anche in Cisgiordania

Dal 7 ottobre scorso, giorno dell’attacco di Hamas verso Israele, sono 2.360 i bambini morti nella Striscia di Gaza. È il bilancio devastante di questi 18 giorni di guerra, in cui si contano anche 5.364 piccoli feriti, a motivo degli attacchi incessanti di Israele contro la Striscia. A diffonderlo è l’Unicef, in una nota diffusa ieri sera, 24 ottobre: con una media di oltre 400 bambini uccisi o feriti ogni giorno, rilevano, questo periodo rappresenta «l’escalation più letale delle ostilità nella Striscia di Gaza e in Israele a cui l’Onu abbia assistito dal 2006».

Quasi tutti i piccoli della Striscia, ricordano, sono stati esposti a eventi e traumi profondamente angoscianti, segnati da distruzione diffusa, attacchi incessanti, sfollamento e grave carenza di beni di prima necessità come cibo, acqua e medicine. Nell’analisi di Adele Khodr, direttore regionale dell’Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa, «l’uccisione e la mutilazione di bambini, il rapimento di bambini, gli attacchi a ospedali e scuole e la negazione dell’accesso umanitario costituiscono gravi violazioni dei diritti dei bambini». Proprio per questo, «l’Unicef lancia un appello urgente a tutte le parti affinché accettino un cessate il fuoco, consentano l’accesso umanitario e rilascino tutti gli ostaggi. Anche le guerre hanno delle regole – aggiunge Khodr -. I civili devono essere protetti, soprattutto i bambini, e si deve fare tutto il possibile per risparmiarli in ogni circostanza».

Dall’Unicef riferiscono di una «allarmante impennata di vittime» anche in Cisgiordania, dove quasi un centinaio di palestinesi avrebbero perso la vita, tra cui 28 bambini, e almeno 160 bambini avrebbero riportato ferite. «Anche prima del 7 ottobre 2023, i bambini della Cisgiordania erano già alle prese con i più alti livelli di violenza legati al conflitto degli ultimi vent’anni, con la perdita di 41 bambini palestinesi e di sei bambini israeliani fino a quest’anno», ricordano.

Per Khodr, «la situazione nella Striscia di Gaza è una macchia crescente sulla nostra coscienza collettiva. Il tasso di morti e feriti tra i bambini è semplicemente sconcertante – dichiara -. Ancora più spaventoso è il fatto che se non si allentano le tensioni e se non si autorizzano gli aiuti umanitari, compresi cibo, acqua, forniture mediche e carburante, il numero di morti giornaliero continuerà a salire». Il carburante, in particolare, è di fondamentale importanza per il funzionamento di strutture essenziali come ospedali, impianti di desalinizzazione e stazioni di pompaggio dell’acqua. Preoccupa in particolare la situazione degli oltre 100 neonati che si trovano nelle unità di terapia intensiva neonatale, alcuni dei quali in incubatrice e sottoposti a ventilazione meccanica. Per loro l’alimentazione elettrica ininterrotta diventa una questione di vita o di morte.

Anche la pressante mancanza d’acqua, per una popolazione di quasi 2,3 milioni di persone, comporta gravi conseguenza per i bambini, che sono circa la metà della popolazione della Striscia. La maggior parte dei sistemi idrici è stata gravemente colpita o resa non operativa a causa di una combinazione di fattori, tra cui la mancanza di carburante e i danni alle infrastrutture vitali di produzione, trattamento e distribuzione. «Attualmente, la capacità di produzione idrica è pari ad appena il 5% della produzione giornaliera abituale – rende noto l’Unicef -. I gruppi di popolazione più vulnerabili ricorrono a fonti di acqua non potabile, tra cui l’acqua ad alta salinità e di qualità salmastra proveniente dai pozzi agricoli. Ad aggravare il problema, i cinque impianti di trattamento delle acque reflue di Gaza hanno cessato le operazioni, principalmente a causa della mancanza di carburante, con conseguente scarico in mare di oltre 120mila metri cubi di acque reflue».

 A documentare «l’immenso orrore» che i bambini della Striscia stanno sopportando, rileva il direttore Unicef per Medio Oriente e Nord Africa, ci sono i video che li mostrano estratti dalle macerie, «feriti e in difficoltà, mentre tremano negli ospedali in attesa di cure, mostrano l’immenso orrore che questi bambini stanno sopportando. Ma senza accesso umanitario – incalza -, le morti causate dagli attacchi potrebbero essere la punta dell’iceberg. Il bilancio delle vittime aumenterà in modo esponenziale se le incubatrici cominceranno a non funzionare, se gli ospedali saranno al buio, se i bambini continueranno a bere acqua non sicura e non avranno accesso alle medicine quando si ammaleranno».

25 ottobre 2023