A Gaza la crisi climatica accelera il disastro umanitario

L’allarme di Save the Children alla Cop28 e la richiesta di un cessate il fuoco immediato e duraturo. La fine del blocco, «unico mezzo per salvare oltre 1 milione di bambini e bambini»

Il disastro umanitario di Gaza, in cui oltre un milione di bambine e bambini rischiano di essere uccisi, è aggravato anche dalle conseguenze della crisi climatica. Questo l’allarme lanciato agli interlocutori internazionali da Save the Children durante la Cop28 in corso a Dubai fino al 12 dicembre, ricordando come l’escalation di violenza del 7 ottobre abbia solo accelerato il declino ambientale del territorio, «costretto da 16 anni in un blocco terrestre, marittimo e aereo imposto dal governo di Israele». Una situazione che ha allargato la disparità di accesso alle risorse naturali, rendendo la popolazione particolarmente vulnerabile agli impatti dell’attuale crisi.

Nell’analisi dell’organizzazione, «la carenza di acqua potabile a Gaza – ora un problema critico per l’intera popolazione di 2,3 milioni di persone – era già una delle principali preoccupazioni, a causa della quantità estremamente limitata di acqua potabile a disposizione delle famiglie, costrette in alcuni casi a bere da pozzi non trattati» sottolineano dall’organizzazione umanitaria. L’intera aree che comprende Israele e i territori palestinesi occupati, è da anni sottoposta a stress idrico e adesso si prevede che la regione dovrà «affrontare il maggior incremento a livello globale di inondazioni fluviali, perdita dei raccolti e siccità, oltre che un aumento delle temperature ben al di sopra degli 1,5°C, che è l’obiettivo che i leader mondiali si sono prefissati». Ad aggravare questa situazione è stato anche il blocco quasi totale di acceso a beni e materiali necessari per la manutenzione delle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie esistenti. Cosa che ha spinto l’Organizzazione mondiale della sanità a dichiarare concreto il rischio di una grave crisi sanitaria.

«L’attuale crisi a Gaza è sia un conflitto violento che un lento sradicamento dei diritti dei bambini, alimentato dalla negligenza internazionale, dal fallimento della leadership e dalla crisi climatica», dichiara Mohamad Al Asmar, direttore di Advocacy e mobilitazione delle risorse di Save the Children in Medio Oriente. «Oltre un milione di bambine e bambini che rischiano la vita a Gaza erano già in prima linea nella lotta alla crisi climatica. Un minorenne di Gaza ha memoria di una vita segnata dalla carenza d’acqua, scaturita da un lato da decisioni politiche, come il blocco, dall’altro dall’inerzia nel contrastare i cambiamenti climatici».

Sono quasi 1 milione i minorenni che vivono a Gaza e che i bombardamenti in corso nel nord e nel sud della Striscia hanno costretto a sfollare con la forza insieme alle loro famiglie e ad affrontare quasi due mesi senza un riparo adeguato, acqua, cibo e assistenza sanitaria. «Le conseguenze del cambiamento climatico sulla salute e sull’ambiente non possono essere contenute all’interno di territori specifici o entro confini, e probabilmente avranno un impatto in tutta la regione, anche in Israele. Più di un milione di bambini palestinesi sono stati privati dei loro diritti fondamentali. Un cessate il fuoco immediato e duraturo e la fine del blocco sono l’unico modo per mantenere i bambini al sicuro e preservare il loro futuro», conclude Al Asmar.

6 dicembre 2023