A Gaza altri due giorni di tregua

Prorogato il cessate il fuoco, con la liberazione di 20 ostaggi – 10 per ogni giorno aggiuntivo – in cambio della scarcerazione di 60 detenuti palestinesi. Sbloccata anche la trattativa sulla quarta tranche di ostaggi, che potrebbe riguardare i soldati israeliani rapiti il 7 ottobre

Raggiunto, grazie alla mediazione di Qatar, Egitto e Usa, l’accordo per prorogare di altri due giorni la tregua tra Israele e Hamas a Gaza, che sarebbe scaduta stamattina, 28 novembre: in cambio di 20 ostaggi israeliani – 10 per ogni giorno aggiuntivo di cessate il fuoco –  saranno scarcerati 60 detenuti palestinesi, nel consueto rapporto di 1 a 3. Sbloccata anche la trattativa sulla quarta tranche di ostaggi, che potrebbe riguardare anche i soldati israeliani rapiti il 7 ottobre. Si tratta però, nelle parole di Izzat Arshak, dell’ufficio politico della fazione palestinese, di una trattativa da condurre in maniera «separata» rispetto a quella portata avanti per i civili. I miliziani hanno poi informato Egitto e Qatar di aver individuato altri ostaggi israeliani nella Striscia: si tratta di quelli nelle mani della Jihad islamica o anche di semplici cittadini entrati in Israele il 7 ottobre al seguito dei terroristi per razziare i kibbutz.

Nella serata di ieri, alla fine, sono usciti da Gaza undici prigionieri: 9 bambini e 2 madri, tutti del kibbutz di Nir Oz, oltre a 6 cittadini thailandesi. In cambio, l’autorità carceraria israeliana ha rilasciato 30 minori e tre donne palestinesi, secondo i termini dell’accordo, portando così a 150 il numero totale di detenuti liberati durante la pausa iniziale di 4 giorni dei combattimenti. I prigionieri palestinesi rilasciati sono arrivati nella notte a Ramallah.

Stando al quotidiano israeliano Haaretz, nelle settimane scorse il leader di Hamas nella Striscia Yahya Sinwar ha incontrato alcuni degli ostaggi tenuti nei tunnel, fermandosi a parlare con loro in ebraico. Una prova importante del fatto che il capo dei miliziani è ancora a Gaza. In ogni caso, la possibilità di estendere la pausa nei combattimenti – alle condizioni dell’intesa originaria, tra le quali l’ingresso degli aiuti nella Striscia – era già prevista dal primo accordo che aveva come obiettivo la liberazione di 50 ostaggi in cambio di 150 palestinesi, ma non ne era scontata la realizzazione.

Il segretario generale Onu Antonio Guterres parla di «raggio di speranza» e anche il presidente Usa Joe Biden saluta con favore la proroga del cessate il fuoco, dopo lo stallo nel rilascio di ostaggi e detenuti palestinesi che si era registrato in mattinata, causato da entrambe le parti. Raggiunta l’intesa, Israele ha cominciato a informare le famiglie dei rapiti: subito dopo la loro consegna alla Croce Rossa e l’uscita da Gaza, gli ostaggi – presi in consegna dalla sicurezza israeliana – sono stati portati negli ospedali, dove saranno di nuovo visitati. Ma la guerra non è finita. «I combattimenti – ha affermato incontrando un gruppo di soldati il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant – saranno ancora più grandi e si svolgeranno in tutta la Striscia di Gaza. Non ci fermeremo finché non avremo finito».

28 novembre 2023