A Gaza «almeno 2mila bambini uccisi dagli attacchi aerei»

La denuncia di Save che Children, che parla anche di oltre 1 milione di minori intrappolati nella zona di conflitto. «L’unico modo per proteggerli è fermare questa violenza»

«Almeno 2mila bambini sono stati uccisi a Gaza negli ultimi 17 giorni e altri 27 in Cisgiordania, a causa dei continui attacchi aerei che hanno ridotto migliaia di edifici in tutta la Striscia di Gaza a mucchi di macerie fumanti. Secondo i media israeliani altri 27 minori sono stati uccisi in Israele». La denuncia arriva da Save the Children, in una nota diffusa ieri sera, 23 ottobre, in cui si parla anche di «migliaia di case e dozzine di campi da gioco, scuole, ospedali, chiese e moschee danneggiate o distrutte a Gaza, con un bilancio di almeno 4.600 bambini feriti, secondo quanto riportato dal ministero della Salute». Di questi, «alcuni riportano ustioni atroci, perdita di arti e altre orribili ferite da esplosione, senza poter ricevere cure adeguate. Il danno alle infrastrutture sanitarie e la mancanza di forniture mediche – spiegano dall’organizzazione – stanno costringendo i medici a fare scelte impossibili, come eseguire interventi chirurgici sul pavimento degli ospedali, spesso senza anestesia e senza riuscire a curare pazienti con gravissime lesioni».

La Striscia di Gaza è «un ambiente urbano piccolo e densamente popolato»; per questo «gli incessanti attacchi aerei continuano a uccidere e ferire bambini indiscriminatamente», si legge ancora nella nota di Save the Children, che parla anche di oltre 1 milione di minori intrappolati al centro di un’area di conflitto attivo, senza un posto sicuro dove andare e senza una via di salvezza. «Il conflitto senza sosta, gli incessanti attacchi aerei, in una zona così piccola e densamente popolata stanno causando un bilancio delle vittime civili incredibilmente alto – afferma JAson Lee, direttore dell’organizzazione per i Territori palestinesi occupati -. I bambini sono particolarmente esposti all’impatto delle armi esplosive: i loro corpi vengono scagliati più lontano e con maggiore forza dalle esplosioni. Le loro ossa sono più fragili e a lungo termine aumentano per loro le possibilità di deformità con poche possibilità di recupero. Un’emorragia può essere loro fatale. Ma il sistema sanitario è quasi al collasso – aggiunge – ed è improbabile che ricevano le cure mediche specialistiche di cui hanno bisogno, e che ci siano chirurghi qualificati disposti ad intervenire. La mancanza di medicinali, elettricità e acqua fanno sì che gli ospedali riescano a malapena a funzionare».

In questo contesto, denunciano ancora da Save the Children, «il numero delle vittime continua ad aumentare e i bambini sono sempre più a rischio e vivono nel terrore. In ogni grande escalation, moltissimi minori sono stati uccisi e feriti, per non parlare delle gravi conseguenze a lungo termine sulla salute mentale: non ne sono mai usciti indenni». L’esortazione allora è a «concordare immediatamente un cessate il fuoco e non sarà mai abbastanza celere. Chiediamo a tutte le parti – proseguono – di adottare misure immediate per proteggere la vita dei bambini e alla comunità internazionale di sostenere tali sforzi. Deve essere fatto tutto il possibile per proteggere i minori dai pericoli e fornire loro il sostegno di cui hanno bisogno. I bambini che necessitano di cure specialistiche e salvavita devono poterle ricevere fuori Gaza. L’unico modo per proteggere veramente la vita dei bambini è fermare questa violenza».

24 ottobre 2023