A Gaza 340mila le persone in fuga

I dati dall’Agenzia Onu. «Ma i confini restano chiusi». Compreso il valico di Rafah, l’unico che collega la Striscia con l’Egitto. Uccisi 11 funzionari delle Nazioni Unite

L’Agenzia Onu per i rifugiati in Palestina e Medio Oriente (Unrwa) parla di almeno 340mila persone costrette a lasciare le loro case nella Striscia di Gaza, a motivo dei bombardamenti di Israele in risposta all’attacco sferrato da Hamas, il 7 ottobre. «Ma i confini restano chiusi». Quasi 220mila di questi sfollati sono stati accolti nelle 92 scuole che l’organizzazione gestisce nella regione.

Unrwa mette in guardia dal rischio di una «crisi idrica», senza la possibilità di accesso umanitario per garantire cibo e forniture essenziali. L’esercito israeliano infatti sta applicando nei confronti della Striscia una politica di «assedio totale». Chiuso, nella giornata di ieri, 11 ottobre, anche il valico di Rafah, l’unico che collega la Striscia con il Sinai e l’Egitto e non dunque con il territorio controllato da Tel Aviv.

Nel frattempo, nel territorio di Gaza sono rimasti uccisi almeno 11 funzionari delle Nazioni Unite che lavoravano per l’Unrwa e 30 studenti ospitati in scuole gestite dall’Onu nella Striscia, informa il portavoce Onu Stephane Dujarric. Feriti altri 8 studenti. Secondo quanto riferito dal portavoce Stephane Dujarric, i funzionari uccisi lavoravano per Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati in Palestina e Medio Oriente. Secondo Dujarric, tra i funzionari uccisi – di cui non è stata confermata la nazionalità – ci sono cinque insegnanti, un ginecologo, un ingegnere, un consulente psicologico e altri tre operatori. «Alcuni sono morti nelle loro case con le loro famiglie – ha detto -. Unrwa è in lutto insieme con i colleghi e con le famiglie».

12 ottobre 2023