A Fiumicino i primi rifugiati arrivati con i “Corridoi lavorativi”

L’iniziativa promossa dalle Cei e realizzata da Caritas italiana. Tra le persone fuggite dall’Afghanista, ingegneri civili, graphic designer, dentisti e altri professionisti

Ingegneri civili, graphic designer, dentisti e di altri professionisti afghani. Sono i primi 9 beneficiari arrivati oggi, 23 maggio, a Roma con un volo di linea dal Pakistan, insieme a 3 membri delle loro famiglie, grazie al progetto pilota dei “Corridoi lavorativi” promosso dalla Cei e realizzato da Caritas. Ora saranno ospitati dalle Caritas di Firenze e di Milano. A loro si aggiungerà, a giugno, un secondo gruppo di 6 beneficiari.

Si tratta della prima sperimentazione a livello europeo, nell’ambito del progetto EU-Passworld co-finanziato dal fondo AMIF (FAMI), sulla base delle positive esperienze dei corridoi umanitari, che hanno visto arrivare in Italia negli ultimi 3 anni oltre seimila persone. L’obiettivo, spiega Oliviero Forti, responsabile dell’Ufficio Politiche migratorie e Protezione internazionale di Caritas italiana, è «trasferire in Italia un certo numero di beneficiari individuati in Paesi terzi sulla base dei criteri previsti dai protocolli nazionali siglati con il governo italiano, a cui si aggiunge la verifica di competenze professionali per poter essere inseriti al lavoro presso aziende in Italia».

Alla base, una forma innovativa di collaborazione tra Caritas italiana – che si occupa dell’individuazione di beneficiari con bisogno di protezione internazionale in Paesi di primo asilo nell’ambito dei protocolli già siglati di corridoi umanitari, del loro trasferimento in Italia e dell’accoglienza materiale attraverso la rete delle Caritas diocesane – e Consorzio Communitas, che garantisce il contatto con le aziende, il tutoraggio aziendale, la formazione al lavoro e l’accompagnamento costante. Una novità, questa, che assicura una sostenibilità nel tempo dell’accoglienza e una maggiore certezza di integrazione della persona rifugiata.

A spiegarlo è Forti. «Prima dell’arrivo in Italia – riferisce – le persone rifugiate seguono un percorso che si discosta parzialmente da quello previsto per i corridoi umanitari in quanto non solo vi è la necessaria verifica circa la loro vulnerabilità, ma si prova a valorizzare le loro competenze professionali attraverso corsi di italiano e colloqui on line con aziende disponibili ad assumerli una volta giunti nel nostro Paese». Il direttore di Caritas italiana don Marco Pagniello ricorda infine le «parole di riferimento» consegnate da Papa Francesco riguardo all’impegno verso migranti e rifugiati: «Accogliere, proteggere, promuovere, integrare. Questo progetto, che speriamo possa diventare un modello su base italiana ed europea – afferma -, dimostra che è possibile concretizzare quelle quattro azioni in modo tale che tutti i soggetti coinvolti ne siano protagonisti e ne traggano vantaggio: le persone rifugiate, le comunità e i soggetti pubblici e privati».

23 maggio 2023