A Casal del Marmo nasce il Pastificio Futuro, «sogno e segno di speranza»

L’impresa artigianale, realizzata da Gustolibero con il sostegno di Cei e Caritas italiana e con le diocesi di Roma e Porto-Santa Rufina, impiega 3 giovani ma potrà occuparne fino a 20. Il cappellano don Ceccolini: «Nasce dal fatto che vogliamo bene ai nostri ragazzi»

Un «sogno» realizzato e un «segno» di speranza per «ragazzi e ragazze che hanno sbagliato nella loro vita» ma ai quali «va data una possibilità» perché «anche se hanno mancato il bersaglio» possono ancora «conoscere un’alternativa», poiché la vita di una persona «non può e non deve essere riassunta» nel proprio «errore». Così il cardinale vicario Angelo De Donatis ha definito il “Pastificio Futuro”, il laboratorio che afferisce al complesso del carcere minorile di Casal del Marmo, prendendo parte all’inaugurazione di venerdì sera, 10 novembre. Tra gli altri, presente anche il vescovo Benoni Ambarus, delegato per la Pastorale carceraria della diocesi di Roma.

Nell’impresa artigianale di via Giuseppe Barellai 140 – realizzata dalla Gustolibero Società Cooperativa Sociale onlus con il sostegno della Conferenza episcopale italiana e di Caritas italiana e in sinergia con la direzione dell’Istituto penale minorile Casal del Marmo, il Centro della Giustizia minorile Lazio-Abruzzo-Molise, il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, le diocesi di Roma e di Porto-Santa Rufina – sono attualmente impiegati una detenuta, presente nel pastificio grazie all’articolo 21, un ventenne affidato ai servizi sociali e un altro che vive in comunità. A regime, però, quando il laboratorio, che ha una superficie di 500 mq, una pressa che può produrre fino a 220 kg all’ora di pasta e 4 essiccatori, potrebbe arrivare a fornire 2 tonnellate di pasta al giorno – ossia circa 4mila pacchetti da 500 grammi ogni giorno -, potrebbero essere fino a 20 i ragazzi occupati.

L’obiettivo di «assumere il maggior numero di ragazzi possibile per renderli indipendenti nel costruire il loro futuro, accompagnandoli quindi in un percorso di reinserimento sociale per ridurre il rischio di tornare a delinquere», è stato sottolineato da Alberto Mochi Onori, responsabile di Gustolibero, che ha pure auspicato che il pastificio possa essere visitato dagli studenti delle «scuole romane almeno due volte alla settimana», divenendo quindi «un luogo di incontro». L’importanza della dimensione relazionale è stata messa in luce anche da Cira Stefanelli, a capo della Direzione personale, risorse e attuazione provvedimenti del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, laddove, auspicando «maggiori investimenti sociali e sanitari da parte delle autorità competenti», ha messo in luce come «in un’impresa come questa, che porta in sé un progetto complesso, ci vogliono anche e soprattutto investimenti umani».

Dello stesso avviso don Nicolò Ceccolini, cappellano dell’istituto di detenzione, per il quale il pastificio «nasce primariamente dal fatto che vogliamo bene ai nostri ragazzi»; si tratta di «un segno di fiducia» nei loro confronti, sono ancora le parole del sacerdote, nella convinzione che come avviene nel «processo di trasformazione della pasta, dal seme al piatto prelibato», così anche «la sapienza educativa, gli incontri e le esperienze» vissute in carcere possono rappresentare per i giovani detenuti «un tempo di rilettura e di riflessione sul proprio passato» al fine di poter sperimentare una «rinascita» e un cambiamento.

Proprio l’idea che «l’uomo, nel quale crediamo perché è nostro fratello, può cambiare con la cura che si chiama educazione» è stata il fulcro dell’intervento del segretario generale della Cei Giuseppe Baturi mentre Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, ha voluto testimoniare che «nessun obiettivo è mai precluso», riferendo la propria esperienza personale, quella di chi «molto giovane ha commesso un errore molto grave», riscattandosi poi «grazie a don Di Liegro». Rocca ha detto di sentire «la responsabilità di creare, anche con il sostegno a questo pastificio, una rete sociale»; la medesima espressa anche dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che ha parlato di «un progetto di inclusione e di solidarietà da sostenere per restituire dignità alle persone tramite il lavoro». Anche Anna Maria Santoli, dirigente del Centro Giustizia minorile Roma, ha evidenziato il valore dell’«esperienza professionalizzante» che il pastificio «offre ai ragazzi», definendola «una prima grande opportunità di confronto con il sistema lavorativo».

11 novembre 2023