A 10 anni dal naufragio di Lampedusa, «il futuro insieme è già cominciato»

La Comunità di Sant’Egidio ha celebrato la Giornata della memoria e dell’accoglienza con una preghiera a Santa Maria in Trastevere, ricordando i 368 morti nel 2013 e tutti quelli che sono venuti dopo. Il fondatore Riccardi: «La spinta a partire è dentro la società»

Al centro, sull’altare della chiesa di Santa Maria in Trastevere, ieri sera, 3 ottobre, Giornata della memoria e dell’accoglienza, c’era la croce realizzata con il legno dell’imbarcazione che esattamente 10 anni fa naufragò a poca distanza dalla riva di Lampedusa, provocando la morte di 368 migranti accertati e circa 20 dispersi. I salvati furono 155. I fiori deposti ai piedi del legno di colore azzurro hanno riportato invece alla memoria la corona di fiori che Papa Francesco lasciò cadere in mare nella sua visita nel luogo di una strage che «purtroppo in 10 anni non ha cambiato le condizioni di una colonna di esuli che viene dal Sud del mondo, dalle guerre, dalle crisi ecologiche, dalla sfiducia nel proprio Paese, dal sogno di una vita nuova». Così Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio che ha organizzato il momento di preghiera commemorativo, ha spiegato «la spinta a partire, che è dentro la società e non nei fattori di attrazione», di chi fugge «da un mondo di repressione, incamminandosi nella speranza di una vita più libera».

Dopo la lettura del brano evangelico di Matteo che racconta della tempesta sedata da Gesù che tanto aveva spaventato i suoi discepoli, con lui sull’imbarcazione sorpresa dalle onde alte e minacciose, Riccardi ha detto che «i 10 anni di dolori e le morti che sono seguite ci interrogano» mentre troppo spesso «siamo perduti nell’indifferenza, abituati a vedere affondare le barche o a guardare distratti chi approda». Dal 2013 non sono stati trovati dalla società, «fosse l’Europa o fosse l’Italia – ha osservato ancora -, né il coraggio né la fantasia di creare alternative», dimostrando così di non sapere «affrontare positivamente e costruttivamente questa dinamica» delle migrazioni ma, al contrario, «ci sentiamo vittime di un’invasione» e «ripetiamo con pigrizia l’interrogativo “Come fermare questa colonna di esuli?”» senza considerare che «chi è vittima se non i rifugiati e i migranti?». Per Riccardi, si tratta di «guardare a questo grande fenomeno storico» che sono le migrazioni «con occhi nuovi», per affrontarlo «prima di tutto umanamente, perché siamo il Paese dell’Umanesimo», ma «molto è possibile fare anche politicamente ed economicamente», guardando ai migranti, «come ha sempre fatto la Chiesa, con affetto e partecipazione».

Nella gremita basilica del centro storico, tanti i migranti e i rifugiati, accolti in Italia attraverso i corridoi umanitari – realizzati da Sant’Egidio insieme ad altre realtà in collaborazione con i ministeri dell’Interno e degli Esteri e che finora hanno permesso l’arrivo in Europa in sicurezza a più di 6.500 persone – che hanno pregato e rilanciato l’appello alla Comunità europea affinché sostenga l’Italia nelle operazioni di salvataggio in mare, guardando quindi alle alternative ai trafficanti di esseri umani. Un modo diverso di gestire le migrazioni, facendo «un’esperienza di umanità, non solo è possibile – ha ribadito Riccardi – ma è necessario per tutti» perché «quanti sono stati accolti con i corridoi umanitari, fratelli nel rispetto vicendevole, hanno mostrato come sono una benedizione per il Paese». Riccardi in particolare ha affermato che «la Comunità che qui prega non può non vedere nei migranti i forestieri che Gesù invita a ospitare» e anche «degli amici fidati e fedeli, che vogliono vivere con franchezza e sincerità con noi». Questo, ha detto con forza, «è il nostro sentire», frutto di «vari decenni di costruttiva e gratificante esperienza insieme, di cui siamo testimoni e artefici». Allora, seguendo questo modello che favorisce l’integrazione, è urgente sviluppare altre vie legali di ingresso per motivi di lavoro, che risponderebbero alla ormai cronica carenza di lavoratori in diversi settori, a causa del calo demografico, uno «dei veri bisogni del nostro popolo», sono ancora le parole di Riccardi, unitamente «alla pace». Non solo: tra le difficoltà del nostro presente, il fondatore di Sant’Egidio ha ricordato anche «la fatica del vivere e di arrivare a fine mese, la cura degli anziani, la scuola, la sanità». Da qui l’auspicio: «Questo decennale doloroso e triste – ha concluso il fondatore di Sant’Egidio – possa aprire le menti e i cuori e mostrare che un futuro insieme è già cominciato».

4 ottobre 2023