Il Papa ai cardinali: «Lo stupore via di salvezza»

La celebrazione eucaristica presieduta a conclusione della riunione sulla costituzione apostolica “Praedicate evangelium”. Un ministro della Chiesa «sa meravigliarsi davanti al disegno di Dio» e «con questo spirito ama appassionatamente la Chiesa»

La celebrazione eucaristica con i nuovi porporati e il Collegio cardinalizio presieduta da Papa Francesco nella Basilica Vaticana ha concluso nel pomeriggio di martedì 30 agosto la riunione dei cardinali convocata dal Santo Padre in occasione del Concistoro di sabato scorso. Vi hanno partecipato quasi 200 tra cardinali, patriarchi orientali e superiori della Segreteria di Stato per un confronto sulla costituzione apostolica “Praedicate evangelium” che ha riformato la Curia. L’ultima sessione è stata dedicata al prossimo Giubileo della Speranza del 2025. Era la prima volta, in quasi dieci anni, in cui il Sacro Collegio praticamente al completo si riuniva con il Pontefice.

 

L’omelia del Papa è stata una vera “dichiarazione d’amore” alla Chiesa, rappresentata anche visivamente dai cardinali provenienti da tutto il mondo riuniti intorno alla tomba di Pietro e al suo successore. Francesco ha citato san Paolo VI al quale «dobbiamo essere tanto grati» perché «ha saputo trasmetterci questo amore per la Chiesa, un amore che è prima di tutto riconoscenza, meraviglia grata per il suo mistero e per il dono di esservi ammessi, non solo, di esservi coinvolti, partecipi, di più, di esserne corresponsabili». Un ministro della Chiesa, ha sottolineato il Papa, «è uno che sa meravigliarsi davanti al disegno di Dio e che con questo spirito ama appassionatamente la Chiesa, pronto a servire la sua missione dove e come vuole lo Spirito Santo».

 

La riflessione di Francesco è partita da un «duplice stupore: quello di Paolo di fronte al disegno di salvezza di Dio e quello dei discepoli, tra i quali anche lo stesso Matteo, nell’incontro con Gesù risorto, che li invia in missione». Due «territori, dove soffia con forza il vento dello Spirito Santo». «Nel disegno di Dio – ha ricordato il Pontefice – attraverso i tempi tutto trova origine, sussistenza, destinazione e fine in Cristo (…) Di fronte a questo disegno, a noi – come dice la liturgia – “si addice la lode”: lode, benedizione, adorazione, gratitudine che riconosce l’opera di Dio. Una lode che vive di stupore, ed è preservata dal rischio di scadere nell’abitudine finché attinge dalla meraviglia, finché si alimenta con questo atteggiamento fondamentale del cuore e dello spirito: lo stupore».

 

Passando poi a contemplare il racconto evangelico dei discepoli in Galilea insieme al Risorto, «a incantarci, non è il piano di salvezza in sé stesso, ma il fatto – ancora più sorprendente – che Dio ci coinvolge in questo suo disegno: è la realtà della missione degli apostoli con Cristo risorto». Le parole conclusive del Vangelo di Matteo, in cui Gesù manda i discepoli a battezzare tutte le genti, «hanno ancora la forza di far vibrare i nostri cuori, a duemila anni di distanza. Non finisce di stupirci l’insondabile decisione divina di evangelizzare il mondo a partire da quel misero gruppo di discepoli, i quali – come annota l’Evangelista – erano ancora dubbiosi. Ma, a ben vedere, non diversa è la meraviglia che ci prende se guardiamo a noi, riuniti qui oggi, ai quali il Signore ha ripetuto quelle stesse parole, quel medesimo invio!».

 

Il Papa si è poi rivolto direttamente ai cardinali: «Fratelli, questo stupore è una via di salvezza! Che Dio ce lo conservi sempre vivo, perché esso ci libera dalla tentazione di sentirci “all’altezza”, di sentirci eminentissimi, di nutrire la falsa sicurezza che oggi, in realtà, è diverso, non è più come agli inizi, oggi la Chiesa è grande, è solida, e noi siamo posti ai gradi eminenti della sua gerarchia… Sì, c’è del vero in questo, ma c’è anche tanto inganno, con cui il Menzognero cerca di mondanizzare i seguaci di Cristo e renderli innocui. Questa chiamata è sotto la tentazione della mondanità», «il cancro, il tarlo della mondanità spirituale. In verità, la Parola di Dio oggi risveglia in noi lo stupore di essere nella Chiesa, di essere Chiesa! Ed è questo – ha aggiunto il Papa – che rende attraente la comunità dei credenti, prima per loro stessi e poi per tutti: il duplice mistero di essere benedetti in Cristo e di andare con Cristo nel mondo».

 

In conclusione il Santo Padre ha ripetuto una domanda, già fatta a braccio durante l’omelia: «Come va il tuo stupore? Senti stupore delle volte o hai dimenticato cosa significa? Hai ancora la capacità di stupirti o ti sei tanto abituato che l’hai persa?». Perché questo, in fondo, è «il termometro della nostra vita spirituale».

 

31 agosto 2022