Tempo del Creato, rapporto saldo tra Eucaristia e carità

La Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato: la riflessione per il 1° settembre. Il messaggio dei vescovi italiani: «La condivisione può diventare stile di cittadinanza»

La Chiesa italiana ha indicato il 1° settembre come “Giornata per la custodia del creato“, raccomandando ai cristiani l’attenzione a questo problema per tutto il mese. A partire dal 2015, papa Francesco ha fissato per lo stesso 1° settembre la “Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato”.

I vescovi italiani hanno pubblicato il messaggio per questa 17ª Giornata Nazionale sul tema “Prese il pane, rese grazie” (Lc 22,19). Il testo accompagnerà anche il Tempo del Creato (1° settembre – 4 ottobre 2022).

Anche la nostra diocesi di Roma è seriamente impegnata in questo cammino: sul sito dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro, giustizia, pace e salvaguardia del Creato si possono trovare tutti i testi di riferimento.

Ogni anno facciamo memoria della bellezza della Creazione. “Ricordati” è l’invito di Mosè per sapere quello che avevi nel cuore. Ricordare il bene ricevuto, una bella storia, non solo personale. Il Tempo del Creato ci aiuterà a riflettere che non è solo memoria, perché è facile dimenticare la storia, ma un memoriale, cioè un cibo, un pane nel quale c’è lui con il sapore del Suo amore; l’Eucarestia sostiene la nostra memoria a volte delusa, e ingannata.

Celebrare l’eucaristia ci ricorda il più antico testo sull’Eucaristia, la Lettera ai Corinzi, vuole insegnarci come vivere. Si vive consegnandosi, consegnando ogni giorno a Lui la propria storia, senza difendersi, come ha fatto Gesù, come hanno fatto gli apostoli.

Il Tempo del Creato ci può aiutare a tener saldo il rapporto tra l’Eucaristia e la carità. I discepoli, di fronte alla fame della moltitudine sono stati tentati di far finta di niente, tentati di allontanare il problema, che erano persone, volti, storie concrete. Deturpare il Creato si può fare in tanti modi: quando facciamo finta di non vedere ciò che poi abbiamo sotto gli occhi, quando per tacitare la nostra coscienza, diciamo tanto è impossibile cambiare le cose, quando ci chiudiamo dentro il nostro benessere. Accogliamo con fiducia quello che scrivono i vescovi italiani nel loro messaggio: «La condivisione così può diventare stile di cittadinanza, della politica nazionale e internazionale, dell’economia: da quel pane donato può prendere forma la civiltà dell’amore». (* incaricato Servizio diocesano pastorale sociale e del lavoro)

30 agosto 2022