Il piano di Gualtieri per i rifiuti della Capitale

La presentazione in Campidoglio. Tra gli obiettivi, la realizzazione di un sistema impiantistico integrato per rendere autosufficiente il territorio e l’abbattimento delle emissioni di gas serra

L’incremento del tasso di raccolta differenziata – «dal 45,2% attuale al 65% nel 2030 e al 70% nel 2035», l’abbattimento della produzione dei rifiuti, l’aumento della capacità di riciclo e recupero energetico. E ancora, la realizzazione di un sistema impiantistico integrato per rendere autosufficiente il territorio, la drastica riduzione del conferimento in discarica, l’abbattimento delle emissioni di gas serra, il miglioramento dell’intero sistema della raccolta. Viaggia su questi binari la proposta di Piano per la gestione integrata dei rifiuti e la pulizia di Roma Capitale presentata ieri, 4 agosto, dal sindaco e commissario straordinario di governo Roberto Gualtieri. «Roma volta pagina – ha annunciato il primo cittadino -. Realizzeremo questo progetto in tempi certi nell’arco della consiliatura garantendo alla Capitale l’autosufficienza nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti e consentendole di diventare finalmente protagonista dell’economia circolare e dello sviluppo sostenibile. Grazie al nuovo sistema impiantistico integrato, all’adozione dei più avanzati sistemi di abbattimento delle emissioni e alla drastica riduzione del conferimento in discarica – ha aggiunto – sarà possibile contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Italia e dell’Europa per il 2035».

Nelle parole di Gualtieri, «questo Piano dei Rifiuti avrà nel piano industriale di Ama uno dei suoi presupposti operativi per il miglioramento delle attività di pulizia, del sistema di raccolta e per lo sviluppo di buona parte della impiantistica;  gli obiettivi operativi ed i livelli di servizio del Piano industriale dovranno garantire il decoro della città – ha aggiunto – e saranno recepiti nel contratto di servizio che Roma Capitale stipulerà con la concessionaria, rendendo Roma una città al passo con le altre grandi Capitali europee».

Riguardo alla produzione dei rifiuti, si punta a un abbattimento dell’8.3% in otto anni, fino ad arrivare a 1,52 mln di tonnellate nel 2035, attraverso accordi con i settori produttivi, campagne di comunicazione, centri del riuso. Il Piano consentirà una sensibile riduzione dei rifiuti che non è possibile avviare al riciclaggio di circa un terzo: per gli altri, si punta a un rendimento elevato del recupero di materia da raccolta differenziata (65% al 2035), basato su una qualità migliore dei conferimenti, a partire dal recupero del servizio destinato alle unità non domestiche, come le attività commerciali, oltre che al ricorso a nuovi impianti. Altrettanto importante sarà il recupero dalle frazioni organiche avviate ai nuovi impianti di digestione anaerobica (compost e metano), così come la gestione efficiente degli scarti degli impianti di selezione di frazioni secche. Le discariche, insomma, saranno destinate al solo smaltimento degli scarti non destinabili a recupero energetico, passando da 500mila tonnellate a 23mila nel 2030, fino a circa 24mila nel 2035.

Al termine del percorso è prevista una riduzione del 90% circa delle emissioni di CO2, rispetto allo “scenario 0” (raccolta differenziata al 65% ma con la situazione impiantistica immutata) e ancora di più rispetto a quello attuale con la differenziata al 45%. Il contributo al percorso di Roma verso la neutralità climatica arriverà grazie al recupero di energia da rifiuti residui, alla diminuzione sostanziale di emissioni di gas climalteranti, alla chiusura delle discariche. Fondamentale anche l’ottimizzazione dei trasporti, grazie all’eliminazione delle lunghe percorrenze per il conferimento ad impianti collocati fuori regione e all’estero.

Prevista nel Piano anche «la realizzazione di impianti basati sulle migliori tecnologie di settore disponibili, da quelli di selezione di carta e plastica da raccolta differenziata ai biodigestori anaerobici. Le attività di progettazione per la realizzazione di questi impianti sono affidate ad Ama che ha partecipato ai bandi Pnrr per il loro finanziamento», spiegano dal Campidoglio. Annunciata anche la realizzazione del termovalorizzatore: «Un impianto di trattamento termico ad elevata efficienza che tratterà i rifiuti indifferenziati residui e gli scarti non riciclabili derivanti dagli impianti di selezione e trattamento. Avrà una capacità di trattamento di 600mila tonnellate annue e sarà realizzato adottando la tecnologia di combustione più consolidata e ad alta efficienza per il recupero energetico con i sistemi più avanzati per la riduzione delle emissioni in atmosfera; allo stesso tempo saranno gestite ceneri da combustione e si avvierà la sperimentazione per la cattura di anidride carbonica». L’investimento complessivo sarà di circa 700 milioni di euro ai quali si aggiungeranno ulteriori 150 milioni circa per la tecnologia di trattamento e riciclo degli scarti di lavorazione. Da ultimo, è prevista anche l’attivazione di 30 centri di raccolta, tra riqualificazione degli esistenti e nuovi centri (40 milioni di euro di investimento) distribuiti nei diversi municipi. Sarà realizzato un ulteriore impianto per il trattamento e il recupero delle terre di spazzamento (5 mln di euro di investimento) e nuove stazioni di trasferenza/trasbordo e stoccaggio (10 milioni di euro).

5 agosto 2022